Un
Paese ritrovato.
Nel
primo consiglio, dopo la pausa estiva, in Consiglio Comunale è stata approvata a larga
maggioranza la delibera che da il via alla realizzazione del progetto
denominato "Un Paese Ritrovato". Un progetto che per la sua
natura particolare e per il suo valore morale apre uno spazio di
riflessione ben più importante e che va oltre la pura questione
urbanistica.
Si
tratta di un progetto assolutamente rivoluzionario che prende vita in
uno spazio che sembra tutto fuorché un istituto di cura. Un
Villaggio Alzheimer dotato di parrucchiere, di spazi per la
socializzazione e la riabilitazione dei residenti e non, aperto ai
familiari ed alla popolazione del quartiere, e questo al fine di
favorire la massima integrazione della struttura col tessuto sociale
esistente dove la caratteristica principale della metodologia
d'assistenza è proprio quella di non modificare le abitudini e i
comportamenti dei pazienti, lasciandoli liberi di muoversi senza
avere il timore di perdere l'orientamento, di socializzare, di vivere
la propria vita in comunità, seppur sotto lo sguardo attento e
vigile di operatori medici.
Non
sono “malati” da medicalizzare, ma persone con capacità residue
che comunque è possibile mantenere. Così anche il luogo dove
trascorrono il tempo non è più un “ricovero”, ma una casa. La
“loro” casa. E in questo concetto, che ho cercato di riassumere
in poche parole, sta tutta la particolarità di questo progetto.
Un
progetto assolutamente innovativo che avrà un momento di percorso
sperimentale e che darà sicuramente un valore aggiunto alla nostra
città proiettandola tra le prime due città in Europa a dotarsi di
una struttura simile e che si pone quindi all'avanguardia
nell'assistenza delle persone affette da problemi di demenza in
genere e Alzhaimer.
Ed'è
proprio di fronte a richieste di questo tipo che la politica deve
svolgere il suo compito, che è anche quello di operare per lo
sviluppo e la crescita della comunità. Un servizio che si fa anche
accompagnando e semplificando l'iter per la creazione di nuovi spazi
a disposizione dei cittadini. Siano essi di tipo pubblico o di tipo
privato. Oggi non possiamo permetterci di rinunciare a qualsivoglia
forma di servizio di assistenza, ce lo chiede l'allungamento dell'eta
della vita unito all'innovazione dei trattamenti che ci permettono di
vivere una vecchiaia piu serena e più lunga. E in questo contesto la
città ha solo da guadagnarci.
Vale
comunque la pena ricordare, come avviene in tutti i casi, che
verrà
una convenzione che tende a privilegiare i residenti e riservare
alcuni posti a disposizione dell'AC.
A chi
mi domanda poi il perchè di una scelta che, seppur con risvolti
sociali molto forti, va ad intervenire su un area oggi a destinazione
agricola, rispondo tranquillamente che accanto alla valenza sociale
c'è anche quella imprenditoriale dove uno dei punti di forza tra
costi e ricavi crediamo che, in questo caso, sia proprio quello di
poter tenere tutti i servizi vicini, in un unico posto, dove ho il
centro direzionale, il controllo della logistica, dei servizi
tecnologici (dati, controllo accessi, sistemi di sicurezza, caldo e
raffrescamento, antincendio) la possibilità di utilizzare, in caso
di qualsiasi emergenza, di altri spazi, strumentazioni e risorse
umane e cosi via. E ci sarebbero tante altre motivazioni inerenti a
giustificare questa scelta ma verrebbe uno scritto troppo lungo e
noiso.
Alla
luce di queste riflessioni io e tutto il gruppo del PD abbiamo da
subito apprezzato e condiviso le finalità di questo progetto
sostenendolo fin da subito, in sede di adozione del Documento di
Piano, presentando un emendamento che cambiava la destinazione d'uso
del terreno destinato ad ospitare questo Villaggio. Un emendamento
importante che continueremo a rivendicare e a difendere. Cosi come
rivendichiamo orgogliosi il fatto di aver collaborato alla nascita di
questo Villaggio Alzheimer dichiarandoci favorevoli alla delibera,
che ha dato il via definitivo per la realizzazione di quest'opera che
renderà Monza una città più Europea e più vicina ai cittadini.
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