sabato 12 ottobre 2013

Plutarco,Voltaire e il Consiglio Comunale

E' in discussione il nuovo regolamento del Consiglio Comunale e anch'io, come altri consiglieri, voglio prima di tutto sottolineare l'importante lavoro svolto dai Commissari incaricati e che ha prodotto un importante documento, oggetto del dibattito di questi giorni. Sul regolamento in generale non entro nel merito degli articoli, mi permetto solo di esprimere una semplice considerazione che riguarda il numero degli articoli che e' passato da 47 a 87. E' vero, c'e stata l'integrazione delle parti che riguardano le Commissioni ma 84 articoli paiono sempre molti per chi ha inn mente una politica piu' semplice e comprensiva. Vorrei invece spendere alcuni minuti per spostare l'attenzione sul destinatario di questo regolamento e cioe' il Consiglio Comunale. Un organismo politico che svolge le sue funzioni in questa sala in un ipotetico e immaginario centro della citta', la stessa citta' che dobbiamo pensare oggi essere la forma di governo piu' vicina ai cittadini e che si identifica attraverso il Consiglio Comunale eletto in rappresentanza di tutta la comunita' locale. Un Consiglio Comunale che si presenta quindi come simbolo di liberta' e di democratico confronto, tra posizioni e idee diverse dove, se la democrazia e' l'arte del dialogo le parole ne sono gli strumenti. E voglio allora puntare l'attenzione su due importanti e fondamentali principi che, se ben applicati, ne esaltano il democratico funzionamento.Faccio questa escursione con l'aiuto di due importanti filosofi cominciando con Voltaire e la sua famosa espressione sul diritto di parola ovvero:"non condivido quello che dici ma difendero' fino alla morte il tuo diritto di dirlo". Questo si traduce nella possibilita' per tutti, e sopratutto in qquest'aula, di esprimere le proprie idee e posizioni nel rispetto di chi ascolta, anche se non ne condivide la sostanza. Questo ci porta al significato dell'ascolto e all'insegnamentonche ci arriva in questo da Plutarco attraverso il suo trattato dal titolo"l'Arte di Ascoltare" dove e' presente il forte richiamo all'errore che commettono molti politici nel voler esercitare l'arte del dire prima di essersi impratichiti di quella di ascoltare. E quello di non ascoltare o disturbare l'oratoreve uno dei difetti in cui inciampano molti di noi, e io mi metto per primo fra questi. Questo purtroppo avviene anche quando siamo in mezzo alla gente dove invece di ascoltare siamo piu' portati a catechizzare. Con questo breve intervento non ho la presunzione di voler insegnare impartire alcunché di insegnamento a nessuno voglio solo dire che per ciò che attiene all'attività del Consiglio Comunale, oltre al giusto regolamento che ne stabilisce i vincoli tecnici, esistono anche e sopratutto una serie di principi tra cui il diritto di parola e la disponibilità all'ascolto che, anche se non inseriti in nessun regolamento, sono anima e fonte di democrazia in un sereno e democratico confronto e il loro rispetto e applicazione, può solo migliorarne la qualità a prescindere da rispetto del regolamento e da numero degli articoli.