lunedì 31 ottobre 2011

Dal fango della Liguria

Resta poco del dramma della Liguria sulle pagine web di oggi dei principali quotidiani.
Dal fango della tragedia spuntano le solite idee riconfezionate in pacchetto da 100 da Renzi che da buon uomo di destra cerca i voti del centrosinistra che poi risponde Bersani che è di sinistra e cerca i voti del centrodestra che poi vola lo spread che intristisce la borsa e arrichisce gli speculatori che vogliono farti credere che salvando le banche si salva il soldato Ryan o meglio i cittadini di Sucate che se piove qualche giorno se ne vanno a valle con la loro famiglia e le loro poche cose intanto che gli appare Montezemolo che continua a rompere i Maroni che è uno che ci ha la forza per far cadere il governo ma non ci sente causa lieve disturbo ai labirinti che sono quelli che ci si è infilati con la posta Europea che tu pensa se una cosa così importante uno te la dice per posta che se non arriva in tempo tu rischi il default così come il postino che suona sempre due volte quel giorno ha il mal di pancia e mentre tu senti Brunetta che impreca contro gli assenteisti ti domandi se invece dei Draghi all'europa non servono dei Maghi che poi interviene la Brambilla che protegge gli animali e ti dice che i Draghi sono una stirpe in estinzione e come cazzo è che ce ne in giro ancora uno che scrive al suo paese per far scoppiare un casino e non per distrarsi un po perchè siamo molto lontani da dove sta lui e dagli operai che non vedono più la fine ma nemmeno l'inizio e che subiscono la politica di chi è ancora pieno di privilegi e pare essere improvvisamente rimasto fulminato sulla via di Sucate e ora sanno cosa fare dove andare come intervenire ma non in casa mia che ci ho la famiglia numerosa e Firenze è una città costosa che allora raduniamo le truppe a Roma che serve una visibile prova di forza così il governo con il piffero che si spaventa e ci ripensa sui licenziamenti liberi che compattano il sindacato e separano le opposizioni che sono insieme solo perchè c'è Berlusconi che quando si ritira lui si ritira anche il partito liquido e allora pensi che magari è meglio spendere i 30 denari del treno per costituire un fondo a favore delle famiglie coinvolte nel dramma della Liguria che non'è una banca e non'è nemmeno quotata in borsa ma che è la mia terra piegata ferita ma non sconfitta alla faccia del resto che sembra tutto uguale pianificato inutile dove il pensiero deve viaggiare su un binario dritto e predisposto senza sosta per pensare senza deviazioni per riflettere.

lunedì 24 ottobre 2011

L'ombra di Hobbes sulla variante al PGT di Monza

Art. 1. legge 12 2005
1. La presente legge, detta le norme di governo del territorio lombardo nel rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento statale e comunitario, nonché delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che connotano la Lombardia.
2. La presente legge si ispira ai criteri di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, sostenibilità, partecipazione, collaborazione, flessibilità, compensazione ed efficienza.
Criteri questi più volte richiamati come ispiratori della politica dei partiti di centro destra, tanto da riempirsene la bocca in qualsiasi occasione. Ne sappiamo qualcosa anche noi a Monza dove, in consiglio comunale da parte della maggioranza, è stata approvata la variante al PGT.
E mentre gli assertori di queste teorie politiche, ingombrano la scena declamando fantasiosi spot elettorali noi, vox diaboli, ci accorgiamo che c’è qualcosa di strano oggi nel sole, anzi di antico.
Ed è quello che inevitabilmente ci ripropone, nonostante tutti i buoni propositi farciti da magici criteri, la maggioranza di centro destra e che si traduce nella costante e perfino noiosa applicazione della teoria politica assolutistica di Hobbes secondo cui, l’unità della volontà politica coincide con l’unicità fisica della persona che governa poiché gli individui si riuniscono in una comunità politica solamente nel momento in cui rinunciano a gran parte dei loro diritti naturali a favore del sovrano.
Il forte richiamo a questa teoria da parte della maggioranza di Centro Destra , la cui firma politica di molti passa anche attraverso le diverse lotte per la salvaguardia delle aree verdi e dei parchi di cintura, si è evidenziata nel tempo attraverso una serie di atti istituzionali che vanno; dall’applicazione della legge Regionale 14, che di fatto ha impedito a Monza di auto approvarsi il piano dei servizi e di mettere quindi sotto vincolo alcune aree edificabili, sino ad arrivare all’approvazione della famosa Legge 12 dove l’articolo 25 comma 2, fatto su misura per Monza, impediva al nostro comune l’approvazione di varianti di qualsiasi tipo nonché di piani attuativi in variante, e questo alla vigilia della discussione, nell'allora Consiglio Comunale, del nuovo PRG.

A questo punto Monza, con i suoi amministratori di Centro Sinistra, si attrezzava di corsa a redigere e ripensare il piano regolatore come piano di governo del territorio preparato a tempo di record, non solo in linea con le indicazioni e richieste che arrivano dalla Regione ma, soprattutto, attraverso una strategia condivisa e partecipata anche da parte dell’allora Assessore Regionale competente.

Purtroppo però per Monza ci si era preparati alla discussione in aula del nuovo PGT dimenticandoci di Hobbes, (sempre lui) che, in tempi non sospetti, teorizzava che il potere del sovrano è sempre assoluto, indipendentemente dal fatto che sia formalmente detenuto dal popolo.
Mai formulazione fu così veritiera.

Ecco quindi arrivare in aula del Consiglio Regionale la richiesta di modifica dell’art.36 comma 4 che, guarda caso, riduce le misure di salvaguardia da cinque a tre anni.
Il motivo di questa richiesta è la presunta necessità, in barba alla devolution e al principio di sussidiarietà, di adeguarci ad una normativa nazionale che ripropone una prassi che risale al 1966.
A tale proposito va ricordato che la Regione Lombardia si è sempre comportata in maniera difforme da trent’anni.

E qui finalmente arriviamo alla morale della storia di questi giorni perchè tutto questo, unito alla pressante richiesta di approvazione della disastrosa variante al PGT imposta dalla giunta di centrodestra, non solo darebbe il via alla più grande colata di cemento sulla nostra città degli ultimi anni, con la scomparsa di molte aree verdi e la devastazione delle aree agricole, ma permetterebbe la cementificazione della Cascinazza, la più grande area verde di Monza dopo quella del parco.
Ciò che stiamo vivendo in questo periodo è la dimostrazione di come, in contrasto con il principio di autodeterminazione, un patto stipulato reciprocamente tra gli individui in favore del sovrano permette allo stesso di beneficiare del contratto anche senza impegnarsi in esso.(sempre lui, Hobbes)
Del resto la democrazia, che è basata sul principio dell’uguaglianza e' spesso insidiata dal privilegio.
Il privilegio crea arrivismo e rincorse perverse.

E meno male che il centro destra accusa i militanti di centro sinistra di essere inquadrati e sudditi dei segretari di partito.
In quanto all'identità del sovrano, penso che abbiate capito.



giovedì 20 ottobre 2011

Protezione civile

I cittadini si sgretolano sotto i colpi del governo, mentre il paese si sgretola sotto le piogge autunnali.
Che cazzo di situazione, non regge più niente. Mentre i ministri e centurioni brillano sul piccolo schermo, fuori è sempre più buio. E non'è per colpa della pioggia straordinaria, anche quattro gocce inchiodano al dramma i paesi, basta poco per creare il danno, per distruggere una famiglia nel dolore.
Purtroppo sembra che anche Madre Natura non stia dalla nostra parte. Non'è come nelle fiabe, non c'è mai il lieto fine anzi. Siamo circondati, senza protezione e senza aiuto. Ops, ma noi ci abbiamo la protezione civile, certo..protezione. Peccato che arriva sempre dopo, a contare i morti e a stimare i danni per trasformarli in benefici. A proposito, che fine a fatto Bertolaso e le sue divise piene di medaglie e specialità? Chi ci racconta ora che la colpa è dei cittadini che vivono in una sorta di anarchia sociale dove tutto è permesso e quindi idifendibile?. Magari non oggi, oggi c'è da scegliere chi guiderà Bankitalia, la dove c'è il gelo tra Napolitano, Tremonti e Berlusconi, già ma non per l'acqua alta.

giovedì 13 ottobre 2011

Villa Arzilla

Considerata l'età dei protagonisti, di questo quotidiano teatrino della politica, l'accostamento alla serie tv verrebbe sin troppo facile. La differenza è che purtroppo non siamo in una fiction e non c'è nemmeno una piscina con l'energia dell'universo, dove poterli immergere sperando in un miracolo.
La strana coppia è out, spenta, sconnessa dal resto del paese. Nella loro bolla di catalessi, persi in un monologo del nulla sul delirio di persecuzione, giocano al potere mascherandosi al paese, quasi non fossero reali. Purtroppo però, mentre le loro idee ne disegnano i contorni e le loro gesta ne esaltano la sciagurata figura, noi ne subiamo le conseguenze. Il continuo tentativo di sedare lo stato sociale, attraverso forme di democratica repressione, sono la conferma di una situazione di insanabile delirio mentale multiplo.
Il formulario politico di oggi è pieno di ricette dai dosaggi pericolosi e lesivi della libertà individuale, utili solamente all'uomo padrone che tenta disperatamente di sopravvivere sotttraendosi al contratto sociale, utilizzando metodi primitivi da stato di natura. Non mancano le occasioni per cambiare la storia ma, la pochezza morale dei protagonisti tutti, rende la cosa molto difficile.
In queste ore può succedere qualcosa, la vedo difficile ma sperare non ha mai ucciso la mente di nessuno.

sabato 8 ottobre 2011

Integrazione

Integrazione, parola difficile che riempie inutilmente la bocca di tanti.
Tutti nascono con il diritto di fare la propria vita come chiunque altro. La comunità è un insieme di persone che vivono e crescono insieme.
Io non mi devo sbattere per integrare ma devo operare affinche nessuno venga escluso dalla vita della comunità.
Una citta non si misura dalle sette o settantasette meraviglie ma dalla risposta che da ad una tua domanda.
Chi amministra ha il dovere di pensare ad una città fondata sul principio della progettazione universale che tenga conto a priori di tutti gli utilizzatori a partire dai più deboli e indifesi.  

giovedì 6 ottobre 2011

Ciò che non si spegne

Mentre il nostro paese è in ginocchio l'onorevole opulenza si occupa tutt'altro.
Ora tocca alla libertà di informazione e al libero scambio di riflessioni. Sonno terrorizzati dalle loro stesse azioni. Non si deve sapere, bisogna spegnere, zittire, cancellare.
Noi però abbiamo imparato a leggere tra le righe e definire i silenzi. E' finito il tempo della politica in poltrona con il cervello ostaggio delle televisioni.  La piazza ha ripreso la sua anima.