martedì 22 marzo 2016

Amministrazione condivisa come strumento di coesione sociale

In molti hanno toccato il tema del regolamento in tutte le sue parti tecnico/amministrative io però vorrei sottolineare quello che ci sta dentro, quello che non si legge che poi sono la natura e i contenuti di questo oggetto ma che per comprenderli al meglio è necessario partire dal modificare un antico pensiero che vede la politica e l'amministrazione come una cosa sola. Se vogliamo parlare di amministrazione condivisa è necessario comprendere e far comprendere ai cittadini che la Pubblica amministrazione non è una categoria della politica ma viceversa un pezzo vitale della società e che quindi i cittadini amministrati non sono da considerarsi semplicemente dei soggetti passivi, titolari solo di attese e di pretese, ma che viceversa sono da considerarsi soggetti attivi. Detto questo, quello che noi stiamo per votare oggi non'è semplicemente l'approvazione di un regolamento ma un'importante novità nei rapporti tra l'amministrazione e i cittadini. E già questa non'è una cosa semplice da realizzare. Ma la sostanza di questo oggetto non'è solo frutto di un non semplice cambio di pensiero ma c'è anche un pilastro molto importante su cui si fonda e si sviluppa l'azione dell'Amministrazione Condivisa che è nei fatti l'applicazione del principio di sussiadiarietà orizzontale. Un principio che spiega bene come il cittadino, sia in forma singola che attraverso le varie formazioni sociali, deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che riguardano i beni comuni. Questo è il cuore, la natura e la sostanza su cui si fonda l'azione dell'Amministrazione Condivisa che, con la riforma del Titolo V della Costituzione, è diventata una disposizione costituzionale sopratutto grazie all’introduzione dell’art. 118, comma 4 in base al quale “Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Ed'è chiaro che, con questo articolo, si è voluto gettare le basi per la costruzione di una nuova alleanza fra amministrazioni e cittadini. Un alleanza che per la prima volta prevede una condivisione delle responsabilità dove, da una parte abbiamo gli amministratori eletti e i funzionari pubblici con la loro programmazione strategica e la doverosa manutenzione dei beni comuni e dall'altra i cittadini che non solo hanno il dovere civico di non danneggiare quei beni, ma hanno in più la possibilità di attivarsi per garantirne la funzionalità e il decoro. Nasce così la figura del cittadino attivo che si cura di preservare beni di cui non è proprietario ma usufruttuario, e questo insieme al resto della comunità. Di fronte alla domanda se esiste un elenco di questi beni la risposta non puo che essere che l'elenco sta in tutto quelle cose che sono parte attiva della comunità; dalle strutture scolastiche alle strutture sportive, un parco giochi, una piazza o anche solo dei lampioni o delle panchine. A chi si domanda quali aspettative e quali risultati vorrei ricordare ancora una volta che a Monza è gia da qualche hanno che abbiamo avviato una serie di iniziative che è un esempio di Amministrazione condivisa e che sono le Pulizie di Primavera, una giornata dedicata alla pulizia della città e al suo abbellimento e l'iniziativa "Io lavoro e penso a te", che si è svolta all'interno di alcune scuole comunali per effettuare piccoli lavori di manutenzione. Iniziative che hanno riscontrato l'adesione di un gran numero di cittadini, un dato sicuramente positivo che ci fa ben sperare per il futuro. Un'altro ottimo esempio di applicazione del principio di sussidiarieta' orizzontale lo vediamo attraverso le forme di collaborazione con il mondo del volontariato. In questo campo il principio costituzionale rinforza e ribadisce in modo assoluto e definitivo l'importanza dell'azione volontaria, mette al centro i cittadini attivi - considerandoli una risorsa e non "sudditi" - e le cui azioni sono "produttrici di diritto" Altra cosa positiva che va sottolineata, è che l'applicazione del principio di sussidiarietà, attraverso il modello dell'amministrazione condivisa, favorirà la creazione di inedite alleanze tra i cittadini stessi e tra i cittadini e le istituzioni. E anche in questo senso abbiamo diversi esempi di iniziative, promosse da questa amministrazione, che hanno visto impegnate agenzie che non avevano mai avuto rapporti diretti tra di loro come ad esempio comunità di religione diversa. E questo dimostra come l'azione dell'Amministrazione Condivisa possa essere strumento di coesione sociale, di crescita culturale e civile della nostra comunità. Tutto questo ovviamente senza sminuire il valore dell'amministrazione comunale che mantiene la prerogativa in materia di vigilanza, programmazione e verifica e che è chiamata non solo a sostenere tutte queste azioni nell'interesse generale ma anche a predisporre un regolamento su cui sottoscrivere i patti con i Cittadini, per poter avviare poi azioni concrete. Sicuramente non sarà un regolamento perfetto, l'oggetto è comunque complicato, governare processi di partecipazione non'è mai una cosa semplice e scontata e comunque, oltre alla possibile e prevista revisione biennale nulla vieta di fare degli incontri periodici di verifica a livello di commissione. Auguriamoci che questa collaborazione operativa possa produrre effetti positivi se non altro nell'aiutare l'amministrazione ad interpretare meglio la propria funzione, rapportandosi meglio alle esigenze della collettività in una più partecipata funzione di pubblica utilità.

venerdì 11 marzo 2016

Il DUP documento unico di programmazione

Innanzitutto credo sia doveroso fare una piccola premessa, non stiamo discutendo di un documento che nasce per decisione o per vezzo di questa amministrazione ma che si presenta come il risultato finale di un processo di riforma degli ordinamenti contabili pubblici e come l'evoluzione della normativa che regola la programmazione strategica ed operativa (come spiegato da ass.Donvito) In questa premessa sta la natura di questo documento nuovo nel proporre un metodo ma non sicuramente nei contenuti di merito. Contenuti che sono stati più volte evocati dagli interventi che mi hanno preceduto. Ora all'interno della struttura comunale esistono due piani di azione distinti. In uno vi è l'azione amministrativa, la gestione della macchina comunale, dello standard e di tutto cio che è strutturato. Nell'altro c'è l'azione politica che trae origine dal programma di mandato del sindaco e poggia le fondamenta su valori e principi morali propri della natura politica stessa di chi governa. Se io parlo di strade, buche, semafori, marciapiedi, di manutenzioni in genere, parlo di azioni aministrative, parlo di un processo di gestione della cosa pubblica che è doveroso nei confronti dei cittadini che a questo processo contribuiscono con il versamento delle imposte locali. Fare politica è un'altra cosa, fare politica significa pensare e garantire che ogni cittadino abbia la possibilità di costruirsi un proprio un progetto di vita. La città, che è la forma di governo più vicina ai cittadini, ha il compito di promuovere e sostenere questo progetto, in tutte le sue forme e dinamiche, adoperandosi affinché in questo percorso i Diritti non si trasformino in bisogni. E all’interno di questo progetto ci sta tutto, la questione casa che rappresenta oggi lo snodo di una serie di problemi che interessano in maniera trasversale diversi settori della nostra amministrazione, dall'emergenza abitativa cresce il numero di famiglie che oggi compaiono nelle graduatorie comunali per la domanda di case popolari e cresce anche l'aumento delle richieste di contributo per l'affitto alla necessità di sviluppare un azione politica capace di promuovere e sostenere l'edilizia convenzionata come strumento utile per agevolare l'accesso alla prima casa da parte delle giovani coppie che si apprestano a formare una famiglia. un nuovo sistema Welfare come risposta ad una più vasta gamma di bisogni e di diritti di cittadinanza, un sistema flessibile in grado di addattarsi ad una società sempre più complessa e articolata nei soggetti, nelle forme di organizzazione sociale, nelle domande e nei bisogni; promuovere e sostenere le differenze di genere con azioni di politica inclusiva La Cultura attraverso la creazione di spazi come luoghi per fare comunità, l’istruzione dove fare scuola significa anche promuovere la partecipazione dei ragazzi secondo i loro bisogni di socialità, attraverso forme che incoraggiano l’autonomia nella responsabilità e nella possibilità di autodefinirsi. investire per mettere in sicurezza la Mobilità dolce rappresentata da Bambini, anziani e persone in difficoltà Lo sport come strumento di inclusione sociale aperto a tutti. Il progetto di vita, quindi, è il vero (e forse unico) elemento unificante tra le persone: il progetto di vita dovrebbe dunque costituire lo strumento principale attraverso il quale una politica sociale mette al centro la persona tenendo conto delle diverse fasi della sua vita. E queste ( ovviamente non sono tutte) sono un esempio di azioni, tra le più importanti, che formano il contenuto politico di merito che nascono dal programma di mandato del sindaco e che sono richiamate in questo nuovo documento Azioni che oggi trovano spazio all'interno della macchina comunale attraverso un percorso che passa dall'approvazione del PGS, l'RPP, il bilancio ed infine il Peg. Quelli che ho illustrato sono due piani diversi, distinti nella natura ma che nella sostanza sono obbligati a procedere insieme per il conseguimento degli obiettivi di natura amministrativa e politica. Mettere insieme questi due piani sotto il profilo economico e organizzativo non'è una cosa semplice ed appare evidente come questo sistema sia non solo a forte rischio di discontinuità ambientali e organizzative ma anche di difficile valutazione. In questo contesto il Dup si presenta come il nuovo documento di pianificazione di medio periodo per mezzo del quale sono esplicitati gli indirizzi che orientano la gestione dell'ente, uno dei nuovi strumenti di programmazione che permette l'attività di guida strategica e operativa. Due sezioni contraddistinte anche da diversi orizzonti temporali. Un documento che parte dall'incrociare i bisogni della comunità (famiglie imprese, associazioni e organismi no profit) con le capacità disponibili in termini di risorse umane e finanziarie. Un documento su cui l’Amministrazione espone, in relazione ad un dato arco di tempo futuro, che obiettivi intende conseguire, con quali azioni e con quali mezzi (risorse finanziarie e umane) Il DUP si qualifica come un vero “momento di scelta” in quanto, di fronte alla molteplicita delle classi di bisogno da soddisfare e data, contemporaneamente e per definizione, la scarsita delle risorse, spetta all’organo politico operare le necessarie selezioni e stabilire i correlativi vincoli affinche, negli anni a venire, si possano conseguire le finalita poste, impiegando in modo efficiente ed efficace i mezzi disponibili. Il tutto nel rispetto del nuovo principio contabile della programmazione che ne disciplina i contenuti e le finalita. Ho sentito esprimere anche delle criticità nei confronti dell'arco temporale. Chiunque si appresta a governare non si misura con un arco temporale limitato ma fonda la prospettiva della sua azione politica in un periodo medio lungo e sa che in tutte le programmazione vi è una strategia degli scenari che ovviamente non prevede il fututo ma si interroga sui futuri possibili ( le famose discontinuità ambientali e organizzative) e questo per dare strumenti alla strategia politica che siano in coerenza con i possibili grandi cambiamenti. Perchè è proprio su un periodo medio lungo che noi possiamo più facilmente mettere in pratica i nostri principi puri di programmazione in prospettiva, che sono alla base del nostro essere politici, e che trovano affermazione sopratutto dal punto di vista culturale come lo è ad esempio la scelta di puntare a consolidare e mantenere i servizi alla persona piuttosto che fare altro. E in questo contesto il DUP si presta come lo strumento che permette non solo l’attivita di guida strategica ed operativa degli enti locali in periodo medio lungo ma anche come uno strumento che garantisce la socializzazione dei vari strumenti operativi consentendo di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuita ambientali e organizzative e questo grazie al fatto che costituisce, inoltre, nel rispetto del principio del coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio, il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione. Ovviamente non'è uno strumento blindato ma flessibile e dinamico e anche se cambiare la giunta non significa obbligatoriamente cambiare le strategie e finalità rimane uno strumento che nel tempo puo essere soggetto a modifiche. in conclusione questo è uno strumento che prende spunto dall'analisi del territorio con i suoi bisogni e le sue capacità, si muove nella direzione di una programmazione strategica di prospettiva, tenendo conto delle trasformazioni ambientali e sociali secondo uno stile stile che dovrà differenziale la politica sociale del futuro, passando attraverso un doveroso confronto sulla politica del presente. Ed'è quello che stiamo tentando di fare oggi.