venerdì 28 novembre 2014

I debiti fuori bilancio e le foglie di fico della minoranza

Prima di tutto vorrei sottolineare come il livello di partecipazione a questa discussione, sia in termini numerici che di contenuti, confermi quanto evidenziato da chi mi ha preceduto, circa l'importanza e la delicatezza di questo oggetto, sul quale vorrei fare anch'io una riflessione articolandola in tre questioni distinte, due delle quali gia' affrontate dall'aula cominciando dalla questione "di che cosa stiamo parlando" E qui abbiamo sentito la relazione dell'assessore al bilancio sul fatto che ci sono pervenute delle richieste di pagamenti,da parte di alcune imprese, per dei lavori svolti in citta', lavori che sono stati eseguiti in regime di e ergenza e quindi in assenza di una evidente traccia scritta. Una serie di richieste alle quali e' seguita un indagine puntuale da parte degli uffici competenti che alla fine ha prodotto una relazione, che tutti noi abbiamo potuto leggere. Una relazione molto dettagliata sui lavori ovvero sul perche' sono stati eseguiti, sul come sono stai eseguiti e sul quando sono stati eseguiti, il tutto attraverso un iter ben illustrato dall'assessore competente. Una relazione sulla quale vi e' formulata una controproposta economica frutto di un calcolo che ha una sua logica e un suo perche'. Detto questo, abbiamo anche sentito che, preso atto di un evidente arrichimento dell'ente, dovuto ad una serie di opere eseguite, e messi di fronte ad una legittima richiesta economica, da parte di imprese che comunquehanno lavorato per noi, la leggi ci chiama quezta sera a decidere se riconoscere o meno questi debiti. Da sottolineare che l'assunzione di questi debiti, non va a mettere in crisi il bilancio in nessuno degli anni du riferimento. C'e' poi la seconda questione che riguarda come si e' arrivati a generare questa anomala situazione. E qui purtroppo cominciano le dolenti note per he' ovviame te non possiamo nascondercii che stiamo parlando di una serie di interventi dove sicuramente non vi e' traccia di nessun preventivo di spesa, come non vi e' traccia di nessun bando ad evidenza pubblica, ne di un contratto di esecuzione dei lavori. Questo significa nessuna copertura economica certa. Qui pero' ci tengo a sollineare come la parte maggiore di questi debiti, e quindi il grosso dei lavori, sia da ricondurre alla gestione della passata amministrazione dove, per questi lavori, non vi e' traccia scritta di nessun responsabile tecnico del procedimento, a differenza di quelli eseguiti in capo a questa amministrazione che non solo sulla relazione poftano il nome del responsabile del procedimento ma evidenziano anche la dicitura " su sollecitazione dell'amministrazione comunale" che equivale ad una evidente assunzione di responsabilita'. Ovviamente, e qui concordo con altri interventi nel dire che non sarebbe accettabile rinunciare allanecessita' trasparente di rivelare le responsabilita' oggettive di chi ha creato questa situazione e questo, senza voler fare la caccia alle streghe e senza voler accusare nessuno. E questo non lo dico per scaricare la rezponsabilita' ad altri ma semplicemente perche' questo passaggio mi aiuta ad introdurre la terza questione, che e' poi quella che ci interessa personalmente e che e' la queztione politica. E in alcuni interventi di hi mi ha preceduto ho sentito parlare, non solo della difficolta'nel valutare uno dei lavori in questione ( posa di conglomerato bituminoso modificato con aggiunta di polimeri) ma anche del presunto ritardo nella presentazione di questa proposta di delibera e cosi, dicendo questo, inciampando nel bizzarro utilizzo di due piccolissime foglie di fico, troppo piccole pero' per coprire le contraddizioni politiche di al uni gruppi consigliari, che nel loro intervento si sono gia' espressi per un voto di astensione, un voto leggibile non solo allaluce dell'opportunismo tattico, ingrediente amaro del gioco della politica, ma anche per la comprensibile, ma non giustificabile, paura personale di un assunzione di responsabilita'. Sotto il profilo politico poi, l'elemento piu' inquietante e' dato dal fatto che questi gruppi, la cui firma risiede ta molto tempo in quast'aula, all'epoca dei fatti rappresentavano la maggioranza di governo dove, alcuni dei presenti, ricoprivano incarichi importanti. Quanto poi al presunto ritardo nella presentazione della delibera, da parte della giunta e dell'ass. incaricato,ritengo dovuto all'evidente necessita' da parte degli uffici tecnici di procedere ad un piu' che attento esame delle richieste. Senz tralasciare poi il fatto che va segnalata la comprensibile diffico.ta' da parte dell'assessore competente di avvallare l'atto in questione che, come abbiamo detto, e' molto difficile e delicato. Non credo he queste questioni si possano risolvere tanto a cuor leggero. Ci sono stati poi alcuni consiglieri, giovani di firma, che on il loro intervento hanno dato l'impressione che, rispetto a questi debiti, siccome io non c'ero, visto che non li ho fatti io e un poco mi spa entano allora posso disconoscerli e non considerarli. A questi consiglieri vorrei ricordare che la continuita' amministrativa implica che i danni creati dagli altri debbano essere affrontati da chi adesso si e' assunto la responsabilita' di governare. E a tale proposito vorrei ricordare a tuttii colleghi che il nostro ruolo non prevede solo onori ma anche oneri, perche' chi ha chiesto vi veniro onorato della loro rappresentanza ha contemporaneamente chiesto di venire onerato di una grande responsabilita' che adesso ha il dovere di portare e mai, come in questo caso, e' istituzionalmente inaccettabile pensare di fuggire delegando questa responsabilita' agli altri.

martedì 11 novembre 2014

Variazioni di Bilancio 2014


Una piccola riflessione prima di entrare nello specifico dell'oggetto in discussione questa sera.
Credo che in un clima di generale incertezza e di forti preoccupazioni per il paese e di riflesso per la nostra città, quando gli interessi di parte e i tatticismi prevalgono sull'interesse collettivo, la stessa discussione ne risulta in qualche modo influenzata (come purtroppo è accaduto nello scorso consiglio) e così non si può certo pensare di fare il bene dei cittadini.
Da parte mia poi ho sempre dimostrato di accettare posizioni contrarie perchè questo fa parte della dialettica e della democrazia, ma quello che non accetterò mai è un atteggiamento che diventi poco rispettoso delle persone e tendente a non considerare l'intelligenza altrui. In aula certo che ci deve essere un confronto, anche serrato e aspro, ma sempre nel rispetto delle persone e del ruolo che tutti noi siamo stati chiamati a svolgere per conto dei cittadini. A chi poi ci accusa spesso di placido servilismo rispondo che prima di guardare in casa degli altri è meglio guardarsi e giudicare quello che avviene in casa propria, salvo poi invitarli, pacatamente e serenamente, ad andare a rileggersi i verbali, verbali che certificano una maggioranza ben presente e attiva su ogni oggetto in discussione, una maggioranza però sempre consapevole e rispettosa del ruolo delle commissioni come momento di studio, comprensione, confronto ed espressione di parere. Commissioni che spesso scompaiono nel gioco della politica in aula.
Ma veniamo all'oggeto in discussione
E qui, rispetto ai distinguo o a quelle che potrebbero essere delle ragionevoli e legittime perplessità, espresse dai consiglieri che sono già intervenuti, oltre a ricordare brevemente il difficile scenario in cui si è venuto a collocare quest'anno il documento contabile, documento che come ben sappiamo ha dovuto misurarsi con due fattori fondamentali: i provvedimenti normativi con i tagli progressivi alla spesa di parte corrente, l'introduzione della IUC e l'inasprimento del saldo obiettivo del patto di stabilità e il taglio al fondo sperimentale di riequilibrio, ora fondo di solidarietò comunale, ricordo anche di un bilancio (a dispetto di quanto o sentito più o meno velatamente in altri interventi) che è stato presentato all'insegna della trasparenza assoluta dove era chiaro fin dalla sua prima esposizione che vi erano alcuni settori che soffrivano di un evidente deficit di stanziamento di partenza. A parita di numeri tra consuntivo 2013 e preventivo 2014 era evidente che il settore del sociale e la scuola si presentavano ai blocchi con un handicap economico di partenza. Condizione questa affrontata, condivisa e ben spiegata dagli assessori sia in commissione che in aula nella fase domande e risposte. Com'è stato chiaro fin da subito che il maggior impegno era rivolto verso il settore delle manutenzioni che non significa cambiare le lampadine, i vetri o le maniglie delle porte (interventi che ovviamente vanno fatti) ma investire sopratutto nella sicurezza delle scuole e nel recupero degli alloggi comunali, per destinarli alla notevole richiesta di famiglie in difficoltà.
E questi colleghi consiglieri sono interventi che riguardano il sociale, sopratutto quelli sul recupero degli alloggi che porteranno in previsione ad una diminuizione delle spese per i ricoveri delle famiglie sfrattate, per interventi fatti in emergenza. E vero, abbiamo pensato alle cose ma senza mai dimenticarci delle persone cercando sopratutto di mantenere inalterato il nostro contributo anticirisi e lo abbiamo fatto mantenendo invariate le risorse destinate ai servizi erogati ai cittadini, investendo fondi per l'abbattimento delle barriere archittoniche, per il diritto allo studio e per la cultura. E questo senza dimenticarci poi che siamo costretti a misurarci ogni anno, con un bilancio che a fatica tenta di eliminare la zavorra che anche questa amministrazione ha ereditato, dico anche perchè pare si tratti di un esercizio tecnico/istituzionale ricorrente, ovviamente non voluto, ma che pesa per buona parte sui servizi sociali. Una zavorra causata dal famoso effetto trascinamento dove se continuo a prendere impegni su capitoli incapienti (ovvero senza disponibilità economica) finisce che l'impegno lo sposto sull'anno dopo con l'effetto di avere dei capitoli già per metà impegnati. E sappiamo tutti quanto è difficile oggi prevedere la spesa nel settore del sociale. settore dove I continui aumenti delle richieste di assistenza dovute ad un peggiorare della situazione socio economica delle famiglie, hanno fatto lievitare la spesa, spesa che è esplosa con l'esplodere del dramma degli sfratti, molti e troppi dei quali dovuti ad uno stato di morosità incolpevole.
A tale proposito ricordo perfettamente l'intervento puntuale di alcuni consiglieri di minoranza che con sincero e legittimo trasporto emotivo, avevano fatto una precisa analisi della previsione economica legata al settore dei servizi sociali. Un analisi puntuale e per alcuni aspetti anche parzialmente condivisibile.
Non solo sociale però e qui vorrei anche ricordare le legittime e motivate interrogazioni da parte dei colleghi consiglieri nel periodo precedente l'approvazione del bilancio sulla situazione delle manutenzioni. Interrogazioni che spesso però si servivano della partecipazione strumentale di ignari cittadini, chiamati a fare da comparse allo struscio della prima ora. Una volta era l'anziano che cadeva nella buca, poi era il turno del bambino che annegava nella pozza, poi il disabile (che in questi casi non manca mai) che non ha lo scivolo e non puo andare sul marciapiede, (come se la questione fosse tutta li ) per non parlare poi delle scuole che, quando si è insediata questa amministrazione pare abbiano subito un bombardamento; crollano i muri e i soffitti, cadono le porte, le finestre e i bagni pare scompaiono inghiottiti dalla terra per finire con i trasporti dove gli autobus sono presi d'assalto da orde di cittadini, sopratutto studenti indisciplinati. (presente stile Bombay tutti attaccati e a spingere)
E vero, nessuno nega l'esistenza di tali problemi ma il peso delle parole è importante poichè essendo le stesse strumento di democrazia come tale devono rispettare e non corrompere il concetto altrimenti il dialogo diventa lo strumento per trascinare gli altri dalla tua parte con la frode.
Anche in questo caso all'attento consigliere non sarà sfuggito che nel bilancio vi era molta attenzione a questi temi delicati e mi ripeto, comunque di chiara matrice sociale. E per questa serie di motivazioni che non posso condividere la posizione di chi oggi usa termini impropri, parlando di un bilancio non veritiero non chiaro nei numeri e nelle intenzioni perchè come ho già avuto modo di dire in occasione della discussione sul bilancio di previsione, un serio confronto democratico porta a delle soluzioni alternative. Proponete meno manutenzioni, una pista ciclabile in meno e più spesa per il sociale parliamone. Personalmente posso anche condividere una scelta del genere e capisco anche, perchè sono dati oggettivi, le riflessioni di molti sull'impoverimento oggi della spesa per le manutenzioni rilevate in questa proposta di variazione ma, anche in questo caso, mi sento di affermare trattarsi di proposte ben specificate e dettagliate da parte degli assessori competenti che, e mi spiace per i consiglieri di minoranza, godono della fiducia di tutta la maggioranza ed'è fuori logica attendersi da noi oggi una minuziosa analisi delle voci, analisi che se permettete ci riserviamo di fare in altra sede. Quello che però non posso condividere è la posizione del pendolo ovvero l'uso improprio dei cittadini come comparse del teatrino della politica, (una volta per il sociale un'altra volta per le manutenzioni) altrimenti tutto rischia di diventare la cronaca di un ostruzionismo programmato dove non c'è stata una vera discussione politica, perchè non c'è mai stata una vera proposta alternativa.
Vorrei ricordare ai consiglieri di minoranza che un confronto anche aspro e emotivamente forte, che però porta a delle ragionevoli alternative alla fine esalta il significato dello strumento della delibera perchè in democrazia,(e qui non voglio fare la lezione a nessuno ma solo evocare un parola che spesso richiamate giustamente a tutela dei vostri presunti diritti negati) nessuna deliberazione si interpreta nel segno della ragione e del torto. In democrazia non vale la massima terroristica: vox populi, vox dei. massima che ogni tanto ricorre negli interventi di taluni consiglieri di minoranza non certo nei nostri, perchè questa massima solo apparentemente e' democratica poiche' nega il diritto della minoranza.
Alla minoranza spetta il compito di "distinguersi dalla maggioranza nel compiere cio' che ritieni giusto". La loro ragione d'essere e' la sfida alla deliberazione presa, in previsione di un'altra migliore. Per questo, la prevalenza di una maggioranza su una minoranza non e' la vittoria della prima e la sconfitta della seconda ma l'assegnazione di un duplice onere: alla maggioranza, dimostrare nel tempo a venire la validita' della decisione presa; alla minoranza, insistere su ragioni migliori.
Tornando all'oggeto in discussione, Dopo aver garantito con il bilancio approvato i servizi essenziali con la delibera di oggi, andiamo a mettere un altro tassello importante che certifica il nostro rinnovato impegno ad adottare ogni provvedimento che consenta di ottimizzare ulteriormente l’utilizzo delle risorse disponibili mantenendo la giusta attenzione ai bisogni e all'ambiente, nell’esclusivo interesse della collettività. 
I dati che presentiamo oggi, pur in un contesto di grande difficoltà, ci consegnano il quadro di un amministrazione capace di dare risposte politiche alla città in termini di servizi e queste risposte intervengono in maniera importante nel settore del sociale con un ulteriore stanziamento di 2 milioni e 800 mila euro che forse non riduranno il gap di partenza ma sono un importante risorsa aggiuntiva per un settore chiamato a fare sforzi quasi all'limite dell'estremo affrontando le mergenze anche ad una ad una cercando di non lasciare indietro nessuno. Un altro milione e 500 mila euro andranno per l'istruzione. Anche questo un settore molto delicato impegnato a dare risposte sociali in termini di educazione, inclusione, e crescita culturale delle prossime generazioni.
Chiudo sottolineando come questa proposta di delibera, quanto per la correttezza dei documenti presentati e la trasparente strategia degli obiettivi e delle lodevoli intenzioni, non possa non raccogliere il voto favorevole dei colleghi consiglieri e questo a tutela dei cittadini e di quanti oggi da noi si attendono delle risposte concrete.






giovedì 17 luglio 2014

Il Teatro Manzoni e l'azienda speciale Paolo Borsa

Questa sera siamo chiamati a votare l'oggetto 119 ovvero una proposta di autorizzazione, con contratto allegato, per l'affidamento alla Azienda speciale di formazione "Scuola Paolo Borsa" della promozione e sostegno dell'attività teatrale del Teatro Manzoni. Una proposta di delibera che non nasce improvvisamente, per un capriccio di questa amministrazione, ma che prende necessariamente forma dando seguito ad una decisione del consiglio Comunale del maggio 2013, che con deliberazione nr.41/2013 si dichiarava favorevole allo scioglimento e messa in liquidazione della società scenaperta e conseguente affidamento della gestione delle stagioni teatrali all'azienda Paolo Borsa. Rammento che in quell'occasione vi fu il voto favorevole anche di una parte dei consiglieri di minoranza.
Una delibera che fu anche una risposta alle diverse sollecitazioni, in quel senso, fatte in aula da parte di diversi consiglieri.
Ora dalle domande poste e dal dibattito in corso sono emerse forti alcune questioni prima fra tutte se "la scuola Borsa è o non è in grado di gestire un servizio del genere" per proseguire poi con "chi e cos'è la scuola borsa manca una breve presentazione", per arrivare a "cerchiamo almeno di non spostare il problema andando a rovinare la stessa Scuola". Tutto legittimo ma vorrei ricordare a quest'aula che la delibera 41 era accompagnata da una dettagliata relazione fatta dai dirigenti dott.sa Brambilla (cultura) Dott.Siciliano (istruzione) e dal dott.Spoto (Segretario/direttore Generale).
Una relazione bel raccontata nell'intervento della Consigliera Martinetti che però si dimenticata di dire che si trattava di un analisi delle potenziali sinergie e che il percorso descritto poteva prendere forma solamente dopo l'affidamento dell'incarico alla scuola e comunque non prima della deliberazione di consiglio.
Una relazione che come leggiamo inquadrava anche il problema della ristrutturazione, ivi compresa la questione amianto.
Una relazione di accompagnamento che nella commissione del 9 Maggio aveva ottenuto il voto favorevole di quasi tutte le componenti della minoranza, ivi compreso Una Monza per tutti e Insieme per Monza futura. Ora capisco il ruolo politico di tutti e la necessita elettorale di marcare le distanze su tutto, quello che però non capisco sono queste impavide reinterpretazioni di una realtà che era già ben definita lo scorso anno anche con il benestare di qualcuno che questa sera grida allo scandalo. Se oggi vogliamo rimettere in discussione questa relazione e la capacità nonche credibilità dei dirigenti che l'hanno firmata, dobbiamo farlo con argomenti certi e non con semplici supposizioni.
Non dimentichiamoci che anche allora non'era Scenaperta a gestire il Teatro Manzoni ma la Società Teatro di Monza e che è data facoltà anche alla Scuola B. di avvalersi un ente terzo per la gestione.
Ma allora cos'è cambiato in questo anno, posto che nulla è cambiato della natura, mission e organizzazione della scuola Borsa, che è oggi qui rappresentata da due componenti del CDA che sono poi due dirigenti della nostra amministrazione.
E non'è certo comparsa ora la disciplina sull'amianto perchè si da il caso che il PRAL (piano rimozione amianto Lombardia) e stato pubblicato nel 2006 con vincolo rimozione gennaio 2016 e trovo buffo che non ci sia stata nessuna condanna morale e ambientale durante i cinque anni della giunta precedente. Anni caratterizzati da una frivola e non entusiasmante gestione della proposta culturale.
Il PRAL, pubblicato nel 2006, non fissa solo la data fine di smaltimento ma prevede anche la denuncia della presenza di Eternit negli edifici pubblici e sopratutto la verifica dello stato in cui si trova con la conseguente valutazione che non sia fonte di rischio.
E su questo argomento sono state date ampie informazioni, da parte del Sindaco, sia sulla situazione di regolare denuncia del manufatto che sulle modalità di intervento economico a sostegno della necessaria bonifica.
E qui è bene ricordare che l'attuale giunta governa dal giugno del 2012, che lo scioglimento di Scenaperta è stato uno dei suoi primi atti e questo tenedo sempre presente l'obiettivo primo che è quello di salvaguardare la stagione teatrale attraverso uno dei luoghi di punta della cultura della nostra città. Ed'è proprio quello che noi stiamo cercando di fare questa sera, mentre l'ostruzionismo legittimo di una parte delle minoranze apre ad un solo scenario ed ad una sola alternativa, che è poi quella di far fallire Scenaperta con la conseguenza di mandare all'asta il Teatro Manzoni.
Ecco Cultura e Teatro un binomio che doveva rappresentare il tema al centro di questo dibattito.
Perchè Monza ha bisogno di avere almeno due Teatri in città e ora che il S.Carlo ha perso la sua naturale vocazione, diventa fondamentale tenere in vita il Teatro Manzoni. Un teatro che è bene specificare, non si presta al ruolo di antagonista del Binario 7, poichè questi teatri hanno due mission ben distinte.
Quando parliamo di Binario 7 parliamo di un polo culturale che oltre ad aver sviluppato un importante centro di produzione di spettacoli teatrali si presenta oggi come un luogo di massima espressione di un Teatro D'Arte di alto livello, tale da diventare materia di tesi nelle università.
Senza dimenticare poi l'organizzazione dei vari corsi che lo identificano come importante punto di riferimento per una scuola teatrale di eccellenza.
Il teatro Manzoni è il resto, con una diversa impronta rivolta sempre più allo spettacolo di intrattenimento, come importante scalo per diverse compagnie itineranti e come spazio in grado di accogliere grandi produzioni che necessitano grandi allestimenti. Un Teatro che deve riappropriarsi del suo ruolo tornando ad essere il teatro della città, dove la crisi e le ristrettezze economiche dovranno essere di stimolo alla creatività e alla fantasia, con una proposta che sappia unire una programmazione di ottimo livello associata a progetti sperimentali.
Oggi dobbiamo pensare ad un modo originale di vivere il teatro anche fuori dagli schemi classici con dei matinèè per i ragazzi e le domeniche per le famiglie e questo, con un occhio all'offerta culturale e uno ai costi.
Il tema della cultura deve essere presente nelle stragegie del futuro della nostra città e in un periodo dove spesso si accusa la politica di voler affossare la cultura, appare assai buffo criticare questa amministrazione che si stà impegnando con importanti azioni e investimenti, per il rilancio delle stagioni teatrali e dell'offerta culturale nella nostra città.




venerdì 23 maggio 2014

La IUC e l'Editto dei Tre Capitoli (Imu Tasi Tari )



Con il rinvio dell'oggetto 115 (tariffe TASI) si conclude una parte del percorso che ha contribuito a delineare i contenuti della IUC, ovvero l'Imposta Comunale Unica, che è bene ribadire è stata istituita dallo stato e normata attraverso Legge di Stabilità, in una perversa confusione di acronimi che ne hanno segnato il percorso decisionale, al punto che oggi i cittadini rischiano di dover andare a pagare senza capire bene cosa e perchè. E' un imposta che nel nome si definisce unica ma che nei fatti, attraverso un proprio regolamento, istruisce e regolamenta le vere imposte che i cittadini dovranno pagare, che si chiamano IMU, TASI e TARI. Un regolamento questo che potremmo, e non a torto, definire una sorta di Editto dei Tre Capitoli cosi, giusto per prendere in prestito un titolo di giustiniana memoria.
Al capitolo primo troviamo l'IMU, eterno compromesso elettorale con un ricco catalogo di criticabili esenzioni il cui regolamento, fatto salvo le giuste e doverose agevolazioni in capo ai comuni, riguarda sostanzialmente le seconde case e non presenta elementi di particolare rilievo se non quello di avere un limite massimo di prelievo, che è poi risultato della somma con la sorella TASI

Al capitolo secondo troviamo la TASI, ovvero il Tributo sui servizi indivisibili che poi sono; la manutenzione dei marciapiedi e delle strade, la manutenzione del verde, l'illuminazione pubblica, i servizi per la sicurezza, Musei Biblioteche, scuole materne comunali, ecc, ecc. e cioè tutti quei servizi comuni che vengono utilizzati dai cittadini e per i quali non si può stabilirne singolarmente il costo, dove il principio dovrebbe essere Chi Usa Paga. Un'affermazione questa che fa a pugni con un numero incredibile di esenzioni ed anche in questo caso, il rischio è che potrebbe pesare in misura maggiore sulle prime case, al punto da configurarsi come una vera patrimoniale. Un Imu mascherata senza peraltro godere delle detrazioni della precedente versione. Detrazioni che diventano strumento nelle mani dei Sindaci e che si potrebbero materializzare attraverso un'ulteriore prelievo straordinario dello 0,8 x1000 E qui serve una seria rilettura della questione e una diversa distribuzione dell'imposta, introducendo delle detrazioni in funzione della reale fruizione dei servizi che, per alcuni cittadini, sono difficilmente utilizzabili; penso alle molte barriere architettoniche che ne impediscono l'accesso e la libera fruizione ai cittadini con disabilità diverse e alle periferie dove i servizi più che indivisibili forse sono ancora un tantino invisibili.

Ecco che allora non solo diventa importante la partita dello 0,8 x1000, strumento per dare più equità a questa imposta, ma lo è anche il rapporto tra domanda ed offerta e cioè tra quanto io pago e quanto tu mi offri in termini di efficienza (servizio e costi).

L'ultimo capitolo riguarda la TARI argomento che ha animato in più occasioni il dibattito in quest'aula il cui testo disciplina l'applicazione del tributo e sul quale vorrei fare una riflessione e una provocazione:

la riflessione riguarda l'articolo che contiene una pletora di soggetti con una riduzione d'imposta di default, agevolazioni queste che vengono iscritte a bilancio come autorizzazioni di spesa con copertura assicurata da proventi diversi. Proventi che presumibilmente escono dalle tasche dei cittadini e che forse meriterebbero una destinazione d'uso diversa rispetto ad alcune tipologie di esenzioni. E questo attraverso una doverosa riscrittura del disposto che non può riproporsi uguale di anno in anno ma deve sapersi adattare alla difficile situazione economica che penalizza oggi molti cittadini che meriterebbero di fruire delle agevolazioni che in maniera ripetitiva riguardano sempre una stretta cerchia di soggetti.

La provocazione sta invece nel raccogliere la giusta proposta di arrivare ad una tariffazione puntuale ovvero Pago x il rifiuto che produco cosi seppur involontariamente andremo a sanare un discrimine che vede la famiglia con tre figli pagare x 5 mentre una coppia con tre animali paga per due. E questo come se gli animali non producessero spazzatura. (ovviamente questo vale anche per Dudù

Sicuramente il ruolo di ideatore principale di questa imposta tricapitolina appartiene allo stato a noi spetta il compito di intervenire, attraverso gli strumenti consentiti in sede di bilancio, con azioni di attenzione verso i cittadini. E in una condizione economicamente difficile come questa garantire servizi e agevolazioni per particolari categorie economiche e sociali, ritengo sia una sfida dalla quale non potremo sottrarci.


martedì 6 maggio 2014

Monza e lo Sport


Devo dire, ovviamente in senso positivo, che finalmente entra nel dibattito di quest'aula l'argomento sport, anche se ci arriva attraverso una porta di servizio, con un oggetto che in realtà non ne rappresenta appieno la vera natura e i veri contorni e quindi penso, che al di la dell'oggetto regolamento, sia opportuno fare una riflessione un po piu' in generale sulla situazione sport a Monza, rischiando anche di andare un po fuori tema.
Una riflessione che non può non partire dall'evidenziare come nella nostra città sono sempre di più i cittadini che si avvicinano alla pratica sportiva o motoria con una certa frequenza e questo va sicuramente considerato come un fenomeno di grande rilevanza sociale visto che investe sempre di più ogni ceto della nostra Città. Un fenomeno che ci racconta come lo sport attivo stia diventando sempre più parte integrante della giornata di molti noi, dai giovani agli anziani, dalle donne ai bambini, senza distinzione d’abilità, età e di provenienza. E Monza risponde bene a questa richiesta con un tessuto di società e associazioni che offrono la pratica sportiva per diverse discipline e a tutti i livelli; dagli agonisti a chi fa sport semplicemente per hobby o per mantenersi in forma. Senza dimenticare poi le importanti società che operano nel mondo della disabilità, con straordinari risultati anche in campo agonistico. E la città risponde con palestre scolastiche e strutture pubbliche, senza contare poi la più grande palestra aperta e gratuita che è il nostro parco, dove giornalmente e nei fine settimana si ritrovano migliaia di cittadini per praticare sport diversi. E' questo è lo sport nella nostra città, lo sport popolare che fa prevenzione, che aiuta a mantenersi in forma, lo sport popolare che entra nelle strutture pubbliche a gestione privata non senza qualche difficoltà, lo sport agonistico che ottiene notevoli e importanti successi. E per tutti questi motivi che noi oggi non possiamo liquidare l’argomento Regolamento assegnazione contributi, come lo svolgimento di una semplice operazione, burocratica. Ovviamente nella dovuta considerazione e rispetto del lavoro svolto dai tecnici e dalla competente commissione.
Detto questo vorrei aggiungere una personale riflessione, a quanto già detto dal cons. Appiani nel suo intervento di presentazione, sul ruolo sociale dello sport, non senza sottolineare come l’evidente passaggio dalla cultura della pratica sportiva riservata ai pochi, al riconoscimento di un diritto per tutti, esalti il significato di appartenenza e di partecipazione attiva alla vita della comunità. E questo perchè oggi più che mai lo sport diventa strumento di integrazione come elemento di socialità e aggregazione, delle diverse fasce di età, delle comunità e anche dei quartieri, attorno a polisportive o più semplicemente in spazi aperti organizzati e non. Li possono nascere aggregazione sociale, interessi condivisi o stimolare la volontà di partecipazione dei cittadini alla gestione. E per questi motivi che uno dei nostri doveri, come amministratori e come forma di governo più vicina ai cittadini, è quello di diffondere e sostenere questa cultura dello sport dove il modello perseguito sia significativamente quello aperto a tutti, un modello che costruisca cittadinanza attraverso la partecipazione, l’integrazione e la coesione sociale.
Concetti ben richiamati anche nell'intervento di illustrazione dell'oggetto da parte del consigliere delegato. Intervento assolutamente condivisibile, nel quale ci ha descritto un doveroso percorso di riordino burocratico (riscrittura dei criteri di indirizzo per l'affidamento in gestione degli impianti sportivi, determinazione dei canone, criteri di aggiudicazione delle ore delle palestre alle società richiedenti,per arrivare oggi al " Regolamento comunale per la concessione di contributi e per l'istituzione del registro delle associazioni per la promozione e diffusione dello sport".
Ma la riflessione non può e non deve fermarsi qui, occorre andare coraggiosamente oltre e segnalare che gli impianti sportivi, ovvero l'offerta pubblica, oltre a non essere in buone condizioni, in alcuni casi costano e tanto alle rispettive società. (oltre alla cittadinanza) E a questo punto allora dobbiamo farci una domanda; Ma quale intervento "sociale" è quello sportivo comunale, se per usufruire di un impianto pubblico devi pagare importi cospicui a fronte di un servizio in cattive condizioni?.
Se vogliamo parlare di sport come strumento sociale, per tutte quelle motivazioni che stiamo dicendo, diventa imperativo passare da una politica della scelta dei prezzi pubblici ad una azione di prezzi politici poichè questo tipo di investimento non deve produrre utili in termini economici ma incassi morali e utili socialmente.
Altrimenti tutto quello che diciamo è e rimane pura demagogia
Sono consapevole delle problematiche che coinvolgono l'impiantistica sportiva di base. La spesa del comune per l'impiantistica in questi anni è calata in maniera verticale, e questo non solo per via del patto di stabilità ma anche per il vincolo della possibilità di indebitamento. Teniamo conto che gli interventi in materia sportiva venivano/vengono finanziati dagli oneri di urbanizzazione, che si sono drasticamente ridotti.

Ma io penso che non'è questo il momento di attendere, oggi piu che mai bisogna investire nello sport. Perchè lo sport non significa solo risparmio sulla salute ma anche un mezzo sociale importante per l'integrazione dei popoli, integrazione dei giovani e dei disabili. In questo senso deve andare il nostro impegno affinché sia reso facile l’accesso agli impianti e alle attività sportive, solo così potremmo dire che nella nostra Città lo sport può essere davvero una pratica per tutti, nessuno escluso.
Per quanto riguarda il regolamento in questione, la cui applicazione sembra dipendere molto dai bandi che verranno pubblicati nelle finestre previste, credo sia importante, trascorso un giusto periodo di applicazione, che lo stesso sia oggetto di verifica (anche attraverso la competente commissione) sulla sua funzionalità, sugli eventuali difetti, consapevoli della possibilità di poterlo ancora migliorare.

sabato 3 maggio 2014

Frate Luca Pacioli, Monza e la Partita Doppia (bilancio consuntivo 2013)

Questa sera parliamo del Bilancio consuntivo" moderna evoluzione della partita doppia la cui invenzione si deve a Fra Luca Pacioli, famoso matematico che pubblicò in lingua volgare la SUMMA. A lui infatti si deve l'invenzione del sistema di contabilità, la partita doppia, il bilancio d’esercizio. E perché un francescano inventa il bilancio d’esercizio? Perché bisognava insegnare come fare ad essere efficienti per non sprecare le risorse, al punto che le prime comunità conventuali monastiche erano proprio delle autentiche comunità economiche.
Si tratta poi di un documento che non'è solo il resoconto economico di gestione dell'anno precedente, ma rappresenta, a tutti gli effetti, un atto dal notevole contenuto politico/finanziario.
Finanziario, in quanto deve fornire informazioni sui programmi e i progetti realizzati e in corso di realizzazione e sull’andamento finanziario, economico e patrimoniale dell’ente. Politico-amministrativo, poichè consente l’esercizio del controllo che il Consiglio dell’ente esercita sulla Giunta quale organo esecutivo, nell’esercizio delle prerogative di indirizzo e di controllo politico-amministrativo attribuite dall’ordinamento al Consiglio. La lettura e la discussione di oggi del rendiconto della gestione 2013 costituiscono infatti il momento conclusivo di un processo di programmazione e controllo che trova la sintesi finale proprio nell'approvazione di questo documento contabile.
Fatta questa necessaria premessa vorrei fare alcune considerazioni partendo dall'analisi del contesto in cui i comuni si trovano da tempo a dover operare. Considerazioni che riguardano principalmente gli aspetti sociali lasciando gli altri campi ad altri interventi. E allora sappiamo tutti perfettamente che quello trascorso non'è stato un anno facile e non solo a causa delle precedenti manovre governative che hanno progressivamente ridotto le risorse finanziarie ma, sopratutto, per i numerosi vincoli (equilibri di bilancio, indebitamento) ai quali siamo sottoposti, scelte politiche che hanno pesato come un macigno sugli enti locali dove il peso dei minori trasferimenti e il blocco dell’autonomia non solo a costretto molti comuni a chiedere sacrifici ai propri cittadini per mantenere inalterato il livello qualitativo dei servizi ma ha obbligato molti di loro a scegliere se tagliare investimenti – per fare quadrare i bilanci – o ridurre i servizi;
con la drammatica conseguenza che quelli più poveri sono stati costretti a fare l’una e l’altra scelta. Senza dimenticare poi la difficile situazione economico/produttiva che tutti noi stiamo vivendo situazione che ha creato una fascia grigia di nuove povertà con le quali ci confrontiamo tutti i giorni e sulle quali siamo chiamati spesso ad intervenire con urgenza.
In questo quadro di incertezza sono sempre di più i cittadini che si rivolgono al sistema pubblico per avere risposte ai nuovi bisogni e alle nuove povertà, caricandolo del peso di una responsabilità da affrontare con forti limitazioni sui propri strumenti di azione ridotti alle sole imposte comunali e alle tariffe sui servizi a domanda individuale. E noi tutti sappiamo bene che il compito fondamentale dell’amministrazione è quello di garantire il soddisfacimento dei bisogni dei cittadini attraverso l'offerta di determinati servizi e questo anche in regime di scarsità di risorse. La difficoltà stà nel cercare di raggiungere un equilibrio tra il soddisfacimento della domanda di servizi e le risorse impiegate per la loro erogazione. E la scelta che in questo anno trascorso ha caratterizzato l’azione economica di questa amministrazione, è stata quella di puntare sui servizi alla persona, sulla risposta ai nuovi bisogni della comunità, senza chiedere sacrifici, mettendo in atto manovre in grado di fornire risposte strutturali ai bisogni emergenti, sia in termini di spese che di investimenti.
E questa risposta emerge chiaramente non solo dal quadro riassuntivo delle spese correnti per funzione, dove rileviamo un aumento di spesa nelle voci relative all'istruzione e al settore sociale ma, sopratutto, dal quadro riassuntivo riferito ai servizi a domanda individuale, dove si evidenzia una copertura a carico dell'ente di quasi il 52% dei costi, il che significa sopratutto nessun aumento delle tariffe.
E più nello specifico per le voci che riguardano gli asili nido, le mense scolastiche, le colonie e servizi estivi, che riportano un maggiore saldo negativo tra le entrate e le uscite e questo anche a conferma di una evidente crisi economica che ha investito molte famiglie chiamate ad operare delle scelte che in questi dati si rappresentano in tutta la loro drammaticità.
Senza contare poi che tra i servizi a domanda individuale vi sono anche quelli relativi alle fragilità derivanti da disabilità per i quali è richiesto un inserimento in centri diurni che, a differenza di altri comuni, non comportano contributi a carico dell'utenza.
Qui però per dovere di cronaca va anche segnalata una marcatura importante del segno negativo anche nella voce impianti sportivi e spettacoli che meriterebbero una più approfondita riflessione (vediamo se poi gli assessori competenti ci daranno qualche informazione in +).
Certo, in questo contesto vi sono anche gli evasori cronici che, con il loro atteggiamento, finiscono col danneggiare i veri destinatari di attenzione. (e su questo aspetto so che c'è in atto un controllo incrociato tra assessorati).
Per quanto riguarda il resto del documento e nello specifico la parte progettuale di natura politica, appare evidente come, a fronte di minori entrate, i vari assessorati abbiano dovuto impegnarsi con uno sforzo supplementare per riuscire a perseguire i contenuti del programma di mandato cercando di impiegare al meglio le risorse umane, finanziarie e strutturali dell’Ente.
Per questo motivo, l’analisi dell’avanzo di competenza non deve essere visto solo sotto l’aspetto numerico, ma come il frutto
delle scelte dell’Amministrazione che ha impiegato al meglio le risorse per garantire la quantità e la qualità dei servizi erogati alla collettività senza appesantire la pressione fiscale sui cittadini.
Ora non'è che noi siamo paragonabili ad una comunità monastica ma il principio di efficienza in un contesto di fraternità è un ottimo esempio. E quando parlo di fraternità non mi riferisco ad un legame di parentela ma ad un sano e valido principio di pensiero e di azione che andrebbe diffuso in ambito politico e in particolar modo ngli enti locali. Tutto questo a patto che non si persegua poi l'efficienza fine a se stessa che alla lunga rischia di diventare efficientismo. Con questi presupposti ci avviamo alla stesura del prossimo bilancio preventivo consapevoli che non sarà facile ma che ci vedrà impegnati ad adottare ogni provvedimento che consenta di ottimizzare ulteriormente l’utilizzo delle risorse disponibili, mantenendo la giusta attenzione ai bisogni, nell’esclusivo interesse della collettività.

martedì 15 aprile 2014

Monza e i suoi troppi rifiuti


Se andiamo a rileggere la storia, in tema di rifiuti, ci rendiamo conto che siamo passati da una condizione di riciclo biologico naturale, dove ognuno di noi produceva la propria scoria, ad una sorta di prigionia moderna dove ciascuno di noi è ostaggio degli imballaggi e dei rifiuti. Pensiamo un attimo a quanto è antica questa materia, tanto antica che la storia ci narra che il primo a porsi il problema è stato Giulio Cesare che, con gli ingegneri dell'epoca, perfezionò la tecnica degli Assiri Babilonesi costruendo la Cloaca Maxima. E fu ancora lui il primo ad emettere un bando pubblico per la pulizia delle strade con ripartizione delle spese a metà tra amministrazione pubblica e padroni di casa con norme che regolavano la gestione/esposizione dei rifiuti pubblicate sul IL DIGESTO. (la gazzetta ufficiale di allora)
Da allora ad oggi è passato molto tempo in un veloce susseguirsi di eventi caratterizzati da evoluzioni, scoperte, ritmi diversi, nuove mode,cambiamenti, il tutto con con un denominatore comune che si identifica nell'Aumento generalizzato della quantità dei rifiuti prodotti.
Non tutti però sono stati a guardare davanti a questa invasione di rifiuti colorati, e oggi dove la parola emergenza (e non solo per i rifiuti) è diventata parte della normalità quotidiana, appare sempre più determinante il ruolo di quella parte della società civile dove, da diverso tempo, si è fatta strada una coscienza civica importante, una coscienza che ci esorta giornalmente a predere atto che i problemi connessi alla produzione dei rifiuti vanno assumendo proporzioni sempre maggiori, tali da dare luogo a situazioni di emergenza legate alle difficoltà di smaltimento e dove le maggiori criticità riguardano; aspetti ambientali (inquinamento), economici (costi per lo smaltimento dei rifiuti) e quelle legate alle risorse (consumo di materie prime esauribili ed energia).
Sembrerà banale dirlo ma occorre seriamente intervenire per limitare l’entità dei rifiuti, per vivere meglio e per conservare meglio l’ambiente nel quale viviamo. Le modalità di soluzione fin qui adottate non appaiono adeguate e richiedono un ripensamento globale della materia, vi è la necessità forte di un cambio di prospettiva in termini di abitudini e modi di agire. Il problema è difficile e complesso, la soluzione urgente ed è quindi necessario procedere con convinzione, determinazione e tempestività di azione.
Ecco allora che noi oggi siamo chiamati da questa amministrazione ad approvare una proposta di Piano biennale per la prevenzione e riduzione dei rifiuti e questo non solo perchè in linea con quanto previsto da una direttiva Europea (che prevede l'obbligo degli stati membri ad adottare piani nazionali di prevenzione) ma, sopratutto, perchè questa coscienza civica è ben presente ed'è parte integrante nei vari processi operativi di questa amministrazione.
Attraverso questo piano si intende mettere in atto una serie di azioni e strumenti, per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti urbani, in collaborazione con tutti i soggetti sociali (associazioni di categoria, ambientalisti, Gas, ecc) che vorranno rendersi protagonisti, anche attraverso singole azioni.
Comprendo e in parte condivido le osservazioni di quanti avrebbero preferito un percorso più strutturato e partecipato di quest'aula, ma voglio anche sottolineare l'aspetto positivo di questo piano che non'è un punto di arrivo ma un punto di partenza, che non ha una scadenza preconfezionta ma, sopratutto, non'è un piano blindato ma una sorta di Work in progress, implementabile con l'aiuto di tutti. Ovviamente l'invito che rivolgo a quest'aula è quello di lavorare affinche ciò avvenga.
Questa è un'altra importante sfida ricca di significato, in un condensato di buoni propositi. E anche questa è un importante e significativa azione politica, che segue di poco quella precedente sul Paes (anche li si trattava di rifiuti dannosi e inquinanti) Un azione che guarda al futuro e a ciò che vogliamo lasciare (inteso come qualità della vita) alle prossime generazioni.
E anche in questo caso diamo atto dell'ottimo lavoro di preparazione svolto dagli Assessori competenti e dai tecnici comunali.
Una sfida che vedrà impegnati due soggetti principali, da un lato
il cittadino, che come ben sappiamo può determinare le dinamiche che regolano il ciclo i vita di un prodotto, dal momento che lo stesso influisce sugli impatti connessi:
all’uso dei prodotti (in maniera diretta);
alla progettazione e realizzazione (tramite la domanda);
al fine vita (raccolta differenziata, recupero, corretto smaltimento).
Questo per non dimenticarci che sono anche i comportamenti individuali che concorrono al buon fine di un progetto.
Dall'altro la Pubblica Amministrazione , chiamata in parte a rivedere il sistema relativo alla gestione dei rifiuti. A lei spetta non solo il compito di continuare a garantire ai cittadini la massima trasparenza sui processi di raccolta e smaltimento ma, questione assai più importante, offrire la possibilità di scegliere il proprio modo di comportarsi e attuare una POLITICA DI GESTIONE DEI RIFIUTI orientata alla riduzione, recupero, riciclo.
Capitolo questo che ci rimanda ad altra azione fondamentale e non più differibile e che si traduce nell'introduzione dello strumento della TARIFFAZIONE PUNTUALE ovvero si paga in base al rifiuto prodotto; chi produce meno rifiuti, meno paga; chi più ricicla, meno paga. in questo modo si consente ai cittadini di fruire del risultato delle scelte più consapevoli e virtuose adottate.
L’obiettivo di questo piano presuppone la creazione di un clima collaborativo con i cittadini, tramite strumenti di informazione e progetti e questo sopratutto attraverso campagne di comunicazione ed informazione, che devono essere chiare, precise e trasparenti.
E in questo contesto la rete assume un ruolo fondamentale; creare una rete di collaborazione tra le istituzioni e tutti i livelli della società,è fondamentale per ottenere risultati che durino nel tempo.
L’adozione oggi di questo piano, che è poi una sorta di manuale delle buone pratiche, assieme all’introduzione di uno strumento che si ritiene fondamentale, quale è quello della tariffazione puntuale, consentirà domani ai cittadini di operare in modo consapevole per il raggiungimento dell’obiettivo comune che noi oggi ci poniamo.

giovedì 10 aprile 2014

Monza, la distribuzione del gas e gli ATEM


Non voglio entrare nel merito delle disposizioni di legge o delle norme che regolano questa materia mi limito a prendere atto che a noi, essendo comune capoluogo, spetta il ruolo di stazione appaltante ovvero chi si occupa di indire la gara e farne da garante in tutte la fase del prima, durante e dopo l'affidamento. 
Posto allora che tra gli obiettivi principali vi è non solo quello di fare in modo che la gara sia il più rispondente possibile agli intenti liberalizzatori propri delle norme che ne regolano l'attuazione ma vi è sopratutto quello di rendere la gara più appetibile e questo a vantaggio di chi la bandisce, (ovvero l'ente pubblico e per differita i cittadini) credo sia importante spendere alcune riflessioni sugli strumenti e beni del servizio, che poi sono gli impianti e sull'importanza del loro riscatto. Ovviamente parliamo di reti e accessori vari che sono una parte determinante di questo oggetto.
Innanzi tutto parliamo di un qualcosa che ha un notevole valore economico e se pensiamo al suo riscatto ovviamente questo peserà non poco sulla determinazione dell'equilibrio economico finanziario dell'attività che svolgerà il gestore entrante.
Prima questione importante è quindi la determinazione del valore dei cespiti.
In questa fase entra in gioco l'ente locale chiamato a svolgere la funzione di "arbitro" tra gli interessi del gestore uscente e quelli del futuro vincitore della gara il che significa non solo agire con diligenza ed attenzione, che poi sono principi cardine della buona amministrazione ma operare nel segno di una corretta valorizzazione dei cespiti che, oltre ad essere un dovere, costituisce un vantaggio per gli enti locali, rischiare una valorizzazione eccessiva finirebbe per creare alcuni effetti negativi come;
l'appesantire la voce di costo relativa agli impianti sottraendo risorse agli investimenti per sviluppo e sicurezza;
scoraggiare la partecipazione alle gare dei concorrenti che non posseggono cespiti, favorendo in questo modo i gestori che posseggono il maggior numero d'impianti all'interno di ogni singolo ambito, o comunque quelli che possedendo impianti in altri ambiti possono utilizzare il frutto dell'iper valutazione di questi per sostenere gli oneri relativi all'impianto che andranno ad acquisire.
E questo a discapito di quanto detto prima sulle motivazioni che ci richiamano al dovere di favorire un'ampia partecipazione alla gara.
Questo argomento ci porta dritto alla seconda questione importante ovvero chi e come deve procedere alla valutazione degli impianti.
E qui, se non ho inteso male, da Decreto, questa funzione viene attribuita ai comuni che pertanto potrebbero agire in via autonoma, ognuno per se, e questo con il rischio di trovarsi di fronte a valutazioni basate su criteri diversi e su distinte modalità operative, con la conseguenza di realizzare una valutazione incoerente.
Sarebbe invece opportuno e consigliato che tutti gli enti locali, facenti parte dell'ATEM, coordinino la loro attività sotto la guida della stazione appaltante demandando ad essa anche questo compito.
Altra questione importante è l'individuazione dello status delle reti ovvero se le stesse sono da considerarsi "Pubbliche" o no, posto che la presenza di rete pubblica porterà notevoli vantaggi alle collettività locali.
E questo non solo perché l'ente proprietario percepirà un canone a fronte della loro messa a disposizione ma anche perché le stesse non saranno oggetto di riscatto ed in tal modo saranno alleggeriti gli oneri finanziari posti a carico del gestore entrante e questo a sicuro vantaggio e garanzia di una più ampia partecipazione.
In caso contrario vi sarà l'obbligo de riscatto da parte del nuovo concessionario che dovrà riconoscere al gestore uscente l'indennizzo determinato secondo quanto previsto dal Decreto e dalle convenzioni in essere. e qui c'e' tutta una dottrina che non stò a riprendere.
Seguono poi tutta una serie di osservazioni in ordine alle reti riferibili a soggetti pubblici e la differenza tra quelle si e quelle no.
Da quelle che sono di proprietà dei gestori e per i quali è prevista la devoluzione gratuita agli enti locali, per i quali l'art 7 comma 1 del Decreto dispone che: " Nel caso in cui la concessione preveda a fine affidamento la devoluzione gratuita di una porzione di impianto, l'Ente locale concedente acquisisce la proprietà di tale porzione di impianto"
A quelle quelle reti ed impianti che già sono di proprietà degli enti locali o delle società patrimoniali a loro riferibili.
Ultima questione importante, per quanto detto sopra, appare evidente la necessita di avere un unica regia che, per come ci viene proposta, si avvarrà della consulenza di un ente terzo, in questo caso l'ANCI, che metterà a disposizione esperti in materia in grado non solo di coadiuvarci nella stesura e pubblicazione del bando ma, situazione più che auspicabile, nella collaborazione con tutti i comuni facenti parte ATEM,per la determinazione e valorizzazione dei cespiti
Chiudo con una proposta, e questa in ragione della dottrina riferita ai beni comuni come cultura a beneficio di tutti i cittadini, che è quella di pensare di utilizzare i canoni, percepiti dal comune, per alleggerire la bolletta dei cittadini ovvero a beneficio di quanti si trovano in difficoltà e impossibilitati al rispetto del pagamento del servizio.


sabato 15 marzo 2014

Monza e il PAES


Prima di tutto credo sia giusto riconoscere all'Assessore Dell'Aquila il notevole impegno e lo sforzo messo in campo, durante questo anno, per poter arrivare a questo importante risultato. Il giusto riconoscimento che ovviamente Le chiedo di estendere a tutti i suoi collaboratori. Rispetto all'oggetto ringrazio i tecnici della Esco del Sol per la sapiente e comprensiva illustrazione la cui auspicata approvazione non segna solo un passaggio importante e dovuto, all'indomani dell'adesione del nostro comune al patto dei sindaci votata in quest'aula, ma impegna questa e le future amministrazione al suo pieno sostegno e attuazione sulla strada della riduzione delle emissioni di C02 attraverso un percorso che ci accompagnerà fino al 2020. Abbiamo sentito nella presentazione quali sono gli elementi chiave dai quali dipende la buona riuscita del PAES. Impegno a ridurre le emissioni di Co2 almeno del 20% ipotesi di riduzione del 24% Avere un dettagliato inventario delle emissioni di Co2 adeguato è di fondamentale importanza. Ovviamente non si può intervenire in assenza di dati reali. Fatto Una serie coerente di misure relative ai settori chiave di attività (no solo strutture comune ma anche altri settori di attività locale (terziario, trasporti pubblici e privati fino anche all'industria-facoltativo) una strategia delle azioni che si intende attuare per raggiungere gli obiettivi previsti Io però vorrei soffermarmi su tre elementi che io considero molto importanti e che sono: la politica, parte essenziale per lo sviluppo del piano la partecipazione elemento che caratterizza ogni azione di questa amministrazione le risorse finanziare senza le quali non'è possibile attuare nessun tipo di azione Avere un sostegno politico forte è fondamentale per la buona riuscita e attuazione del Paes e in questo, l'adesione al patto dei sindaci costituisce già da se un chiaro impegno politico. Impegno che non dovrà esaurirsi questa sera con l'approvazione del piano ma dovrà continuare in fase di attuazione e monitoraggio. In questo caso Il Consiglio Comunale tutto, è l'organo investito della massima responsabilità e autorità ed'è per questo motivo che dovrà essere adeguatamente informato sullo sviluppo del processo di attuazione. Un sostegno unitario è fondamentale nel processo di attuazione del piano anche alla luce degli obiettivi e progetti a lungo termine, che potrebbero coinvolgere anche amministrazioni di diversa natura politica. Una politica che non si chiuda in se stessa ma deve essere capace di interrogarsi, di guardarsi intorno facendo rete con i comuni vicini che hanno aderito al patto dei sindaci perchè scambiarsi le idee ed esperienze spesso aiuta a migliorare le azioni e a ridurne i costi. Sul piano amministrativo è necessario creare una struttura organizzativa chiara con assegnazione di precise responsabilità. E' fondamentale integrare il Paes nella vita e nell'amministrazione giornaliera del comune poiche' questo non deve rimanere uno dei tanti bei documenti ma parte della cultura dell'ente e della città. In quest'ottica va posta particolare attenzione nell'andare ad Adattare e organizzare le strutture cittadine al Paes. In questo, l'impiego di adeguate risorse umane opportunamente formate è una questione da non sottovalutare. E questo è anche un piano che coinvolge trasversalmente una serie di Assessorati, (patrimonio, urbanistica, sostenibilità ambientale, bilancio, viabilità) ognuno di questi sarà chiamato a fare la sua parte attraverso azioni concrete. Solo una riflessione sulla questione viabilità, non perchè sia la piu importante ma semplicemente perchè sappiamo che il traffico veicolare incide molto sull'inquinamento atmosferico ed'è una questione al centro dell'attenzione di tutti. E in sede di commissione si è fatto un riferimento importante sul traffico scolastico. Uno dei timori, che maggiormente impediscono ad un genitore di considerare la possibilità che, il proprio figlio, vada a scuola da solo, è rappresentato dal traffico intenso e disordinato soprattutto in prossimità degli edifici scolastici. Vi sono, in realtà, altri presunti fattori di rischio che concorrono a questa decisione tra i quali: la paura degli sconosciuti, le condizioni climatiche, l’inquinamento. Il genitore arriva così a prendere la macchina per proteggere il proprio figlio dal traffico intenso, per motivi di sicurezza e per difenderlo dall’inquinamento creando cosi una situazione di causa/effetto. Una comunicazione della Commissione Europea sull’ambiente urbano, se da una parte invita i governi locali a migliorare la qualità della vita, dall’altra considera parimenti strategico il ruolo del cittadino per la realizzazione di un ambiente urbano sostenibile poiché, le decisioni e i comportamenti individuali, incidono fortemente sul successo di un qualsiasi piano locale, perché poi come in questo caso, sono gli stessi cittadini a decidere con quale mezzo spostarsi. E’ ovvio, quindi, che la scelta ricada sempre sul mezzo più pratico, in considerazione del tempo che ciascuno di noi ha per accompagnare prima i figli a scuola e poi per recarsi al lavoro. Da una parte, abbiamo quindi il funzionamento della città e dall’altra abbiamo i tempi delle persone, ciascuna con i propri problemi e stili di vita. Questo ci porta al punto della partecipazione Il coinvolgimento nel piano di azione della società civile costituisce impegno formale per i firmatari del patto dei sindaci. Compito della politica e incoraggiare la partecipazione dei cittadini e favorire il coinvolgimento degli stakeholder cosa che è stata fatta in sede di stesura del piano attraverso la creazioni di specifici tavoli di lavoro Questo però non dovrà limitarsi alla sola stesura del piano ma dovrà continuare anche nelle diverse fasi di attuazione e verifica. Un adeguato coinvolgimento della società civile favorirà l'applicazione di nuove forme di comportamento essenziali per la buona riuscita delle azioni tecniche che saranno previste. (anche in vista della stesura del nuovo piano urbano del traffico) Il coinvolgimento dei cittadini e degli stakeholder non è solo fondamentale per la riuscita del piano ma anche perchè risponde a quanto abbiamo sempre sostenuto e cioè che la politica di partecipazione è più democratica e trasparente e questo vedete non solo crea un ampio consenso ma ne migliora e legittima le azioni conseguenti. Certo andranno studiate adeguate forme di coinvolgimento e di partecipazione e questo è il compito della politica. In questo ambito di collaborazione può diventare determinante non solo creare una lista di aziende, a disposizione dei cittadini, che attraverso accordi possano fornire un prodotto di ottimo livello a prezzi contenuti ma pensare anche a degli accordi con la tesoreria comunale o altri istituti per l'erogazione di prestiti a tassi agevolati. Questo dolente tasto introduce il tema delle risorse finanziarie. E qui c'è un potente dioscuro che regna incontrastato da diversi anni non solo sulla vita delle amministrazioni comunali ma anche su quella di tutti i cittadini e che si chiama Bilancio. Troppo semplice esprimere il concetto di rendere disponibili risorse finanziarie adeguate più difficile è applicarlo Sappiamo della possibilità di accedere a fondi europei come della possibilità di istruire forme diverse di finaziamento compresa quella piu' tradizionale di compartecipazione tra pubblico e privato (campo sul quale ci affidiamo alla competenza dei nostri uffici) C'è una forma però che ha attirato la mia attenzione ovvero, in questo caso, di fare affidamento su forme di investimento virtuose. Forme che ci permettono di investire in progetti redditizi con brevi tempi di recupero (sostituzione lampadine, coibentazioni o cappottino degli edifici comunali, parco auto) progetti che si ripagano in fretta con la possibilità di creare un fondo di rotazione da destinare ad altri progetti.
Anche alla luce di questo impegno, e in questo caso, appare significativa la necessità di un ripensamento del patto di stabilità, là dove ritengo umana e legittima la possibilità di sforamento almeno per i comuni che hanno aderito al patto dei sindaci e per il periodo di applicazione del Paes. Tutto questo attraverso una gestione attenta e adeguata delle risorse disponibili, durante tutta la fase di attuazione del piano.
In conclusione questo è un oggetto semplice ma dalla struttura articolata che ci porta in dote un progetto ambizioso e entusiasmante, progetto che coinvolgerà la vita di tutta la città.
E' una sfida nella quale ritengo importante investire non solo perchè investimenti di questo genere riducono i costi a lungo termine dell'energia in generale per tutti, ma sopratutto perchè producono importanti effetti collaterali in termine di benefici per la salute, per la qualità della vita, per l'immagine della città, per l'occupazione che può dare il settore delle energie alternative e tutto l'indotto che si verrà a creare e altro ancora.
E un azione politica che finalmente non guarda indietro su cosa è stato o non'è stato fatto ma che non guarda nemmeno al presente se non in termini di raccolta dati, ma è un azione che guarda al futuro e a ciò che vogliamo lasciare (inteso come qualità della vita) in eredità alle prossime generazioni.

E questo cari colleghi è il fare della politica.

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sabato 15 febbraio 2014

Il PD, le larghe intese e...Franceschini

In principio fu Walter Texas Ranger con il suo partito isola che non c'e' che noi stiamo bene soli che pero' non siamo stati troppo bene e allora lui fuori ma vice Franceschini salvo che poi venne il mai con il centrodestra di Bersani che nella bolgia ha visto le stelle ma senza riuscire a toccarle che cosi si e messo da parte ma vice Franceschini? salvo! che il grande vecchio si e' inventato il governo delle larghe intese oggi piu' che mai con il centro destra che Letta prende un Premier e lo divide con Franceschini (ancora lui) che poi il Silvio li ha mollati nelle braccia di Angelino che cosi le larghe intese diventano larghissime e poi arriva Renzi che non va bene niente anzi si che allora io sono segretario e appoggio il governo ma anche no che ora faccio io la legge che andiamo a votare che allora chiamo Silvio che lo devo ai suoi elettori anche se i miei non vogliono cosi andiamo presto in aula ma anche no perche' la legge non serve che il Senato non sta' bene e se non guarisce non si puo' votare e cosi fermi tutti che le larghe intese non intendono e io sono il capo e Letta china il capo che il governo va giu' e io vado su al colle e il Premier questa volta lo prendo io che facciamo la staffetta che pero' non corriamo nella stessa direzione ma l'intesa rimane larga altrimenti che capo sono che poi l'antagonista che e' Cuperlo un giorno si e uno no che poi fa il Presidente ma anche no che non condivido niente ma ti appoggio nel golpe cosi allora sono tutti quasi convintamente convinti che io sono il capo e loro chinano il capo che se la base mormora ma che mormora a fare se io sono il capo e ho il consenso di migliaia di non iscritti che siamo l'unica organizzazione che fa sciegliere il segretario dai non iscritti e cosi io sono il capo e faccio il golpe politico che e' un omicidio politico casalingo che pero' Franceschini no che e' uomo fidato di chi viene dopo e dopo di me il nulla. Che siamo un partito che non articola che pare un encicloledia con le dispense mescolate e io sono l'indice che prima vengo sempre io. Punto..forte




domenica 12 gennaio 2014

La Carrier chiude ( omicidio industriale)

Faccio una riflessione sul tragico problema della perdita dei posti di lavoro e la voglio fare partendo da una telefonata di un amico, che ho ricevuto ieri, e che mi informava della decisione della casa madre della Carrier di voler chiudere lo stabilimento di Villasanta entro la prossima estate. Naturalmente il tutto attraverso un freddo comunicato letto da un responsabile della produzione. Con questo ennesimo atto di arroganza industriale non solo si aggiungera' un altro capitolo al libro che ci raccontera' la storia della distruzione dell'importante tessuto industriale  della nostra provincia ma, cio che e' peggio,si spegnera' la luce sulla stabilita' e il futuro di molte famiglie, tenendo conto che questa "operazione industriale" coinvolgera' tutti i 218 dipendenti. In questi casi molti tendono a domandarsi: "ma noi Consiglieri Comunali cosa possiamo fare?  Qui noi siamo di fronte ad un omicidio industriale che non solo uccide una fabbrica storica ma mette a rischio la stabilita' emotiva e fisica di molte persone. E allora ricordo a tutti che la crisi non'e' lontana da qui, la crisi sta'alla porta accanto, sta' nel compagno di banco di nostro figlio o di nostro nipote, in tutte le forme e i tempi della citta'. Sta' nelle persone alle quali chiediamo di pagare la Tares, la Iuc, l'affitto delle case comunali e di essere dei bravi e onesti cittadini. Sta' sopratutto in quei lavoratori, in particolare gli over55, che non rientrano nella categoria degli esodati ( per i quali si sta' faticosamente rincorrendo una soluzione) ma stanno tra quelli che ogni giorno perdono il posto di lavoro e che, grazie all'entrata a regime della riforma Fornero, dovranno attendere di compiere 66 anni prima di prendere uno straccio di pensione. E questo a condizione che tra qualche anno non si svegli qualche Solone, con tre pensioni e in preda ad una crisi di terza o quarta eta', che si creda ancora giovane al punto di proporre un nuovo innalzamento dell'eta' a 68 anni. Ora noi non possiamo pensare che il rapporto tra questi cittadini e la citta' sia sempre lo stesso poiche', in questo, qualcosa e' drammaticamente cambiato. Serve un patto di comunita' dove la comunita' deve saper rinunciare a qualcosa per non dover rinunciare a Qualcuno che, viceversa, rischierebbe di entrare nel vortice dell'emarginazione sociale e Alimentare. E questo e' quanto di peggio rischia oggi una famiglia senza lavoro. Questo proposito deve essere a monte di ogni nostro pensiero e di ogni azione di amministratori di una citta', a partire dalla discussione del bilancio fino al regolamento sulla IUC e di tutti i servizi comunali a domanda individuale. Sono consapevole che questa amministrazione sta' facendo tutto il possibile, mettendo in campo molte risorse, con la collaborazione di tutti i Consiglieri Comunali,  ma vorrei dare un senso agli auguri di Buon Lavoro che estendo a tutta l'aula, e scartare questo augurio che troppo spesso rimane incartato e chiuso in un cassetto.