Nella seduta di Consiglio Comunale di Lunedì 5 Dicembre si è discusso in aula la proposta di delibera per l'adozione del Regolamento per la disciplina dell'erogazione di interventi e servizi sociali dei Comuni dell'Ambito Territoriale di Monza. Un oggetto che non deve essere considerato solo come un regolamento tecnico
amministrativo ma sopratutto come un documento politico a tutti gli
effetti. Un Documento che rappresenta la visione del welfare del
nostro comune e risponde alle domande di bisogno dei nostri
cittadini, che oggi vivono in un sistema dove la struttura sociale,
in continuo e costante mutamento, è costretta a confrontarsi sempre
più spesso con dinamiche che nulla hanno a che vedere con l'idea
originaria del Welfare. Un
idea che nasce due secoli fa dall’esigenza di eliminare, o
limitare, le disuguaglianze tra i cittadini di uno Stato, per fornire
servizi e garantire diritti essenziali per un tenore di vita
accettabile alle classi svantaggiate: parliamo di assistenza
sanitaria, istruzione e accesso alle risorse culturali, diritti del
lavoro, pensioni, sostegno contro la povertà, integrazione, il tutto
con una
declinazione individuale del concetto di assistenza collettiva.
Funzionava così, quando avevi bisogno, lo Stato interveniva. Attraverso
la storia questa declinazione si è via via modificata in un universo
di diritti esercitabili non solo in caso di bisogno, ma per tutti,
sempre. Nell’evoluzione
storica dei servizi erogati dai comuni, spiccano attività che hanno
vissuto una fase di espansione economicamente rilevante fino ad
impegnare risorse di bilancio molto importanti, che sono state
veicolate a finanziare la voce dei cosidetti servizi a domanda
individuale.
Servizi
che trovano classificazione nel dm del 31 dicembre 1983, che prevede
che i comuni sono tenuti a definire l'elenco di tutti i servizi
pubblici a domanda individuale e che si definiscono servizi pubblici
a domanda individuale tutte quelle attività gestite direttamente
dall’ente, che siano poste in essere non per obbligo istituzionale,
che vengono utilizzate a richiesta dell’utente e che non siano
state dichiarate gratuite per legge nazionale o regionale.
Nasce cosi il contenitore sociale dove la città, che
è la forma di governo più vicina ai cittadini, esprime e
rappresenta il suo grado di attenzione nei confronti dei bisogni dei
cittadini stessi.
E veniamo così al nostro documento che è figlio
di una progressiva applicazione di linee guida che hanno regolato
l'attività del settore fino ad oggi. (questa non'è la revisione di
un vecchio regolamento perchè di fatto non'è mai esistito). E' un
documento che è il frutto di un lungo lavoro collettivo, voluto
dall'assemblea dei sindaci dell'ambito di Monza Brugherio Villasanta
in qualità di organismo di indirizzo politico e che è stato
condiviso attraverso il tavolo di sistema. Parliamo di tre comuni con
dimensioni e esigenze diverse ma che hanno deciso insieme di fare
questo esercizio di condivisione per rendere questo regolamento il
più omogeno possibile e questo anche per rispondere alle varie
istanze pervenute da parte dei cittadini e delle associazioni di
territorio.
Il risultato è un documento che si compone di due
parti dove la prima riguarda specificatamente gli indirizzi politici
dove sono declinate le finalità e gli obiettivi che sono la vera
essenza di questo documento e che ci consegnano una visione della
città improntata sul principio delle pari opportunità e della
coesione sociale.
La seconda contiene
le schede tecniche dei vari servizi erogati con le modalità di
accesso e di erogazione in un insieme di norme che servono a
disciplinare le attività di questo settore.
Un
regolamento che non'è solo a tutela e imparzialità dei trattamenti
dati ai cittadini, che sanno così cosa chiedere e come chiederlo
ovvero quali sono i loro diritti ma anche di tutela nei confronti
degli operatori in quanto stabilisce in modo chiaro quali sono i
confini entro i quali possono operare. E' di facile interpretazione
con 19 interventi disciplinati di cui 17 omogenei per ambito. Questa
piccola differenza sta nel fatto che alcuni comuni hanno ritenuto di
dover mantenere alcuni servizi come ad esempio quello dei trasporti.
Quello che non'è, è
che
non deve essere interpretato come la legge delle prestazioni ma
come un documento implementabile e non esaustivo delle prestazioni
erogate. Ci sono infatti altri tipi di
intervento erogati dai servizi, non contemplati dal regolamento e che
non rientrano quindi tra le prestazioni soggette alla presentazione
del certificato Isee. Detto questo mi guardo bene dall'entrare nello
specifico delle singole voci e mi limito a richiamare l'attenzione su
alcuni servizi che meritano una particolare considerazione in quanto
segnali importanti di attenzione e di risposta al mutamento sociale
di questi anni e che sono: servizio spazio neutro - incontri
protetti, uno spazio sicuro e accogliente per favorire gli incontri
tra minore e famiglia, nei casi di evidente conflittualità, e questo
sotto la supervisione di operatori qualificati,
il buono
sociale per prestazioni rese da Care Giver familiari, strumento
previsto fino ad oggi come contributo per la sola assunzione di
badanti.
L’Italia
è
l’unico
Paese europeo a
non avere ancora norme a sostegno dei caregiver
familiari ossia
di coloro che si curano in ambito domestico di familiari non
autosufficienti a causa di severe disabilità, figure sulle quali si
poggia buona parte del welfare italiano. L'introduzione di questa
figura, peraltro già riconosciuta in alcuni casi a livello
Regionale, certifica la sensibilità sociale di chi nel nostro comune
si occupa di queste tematiche. Allegato a questo
regolamento abbiamo una tabella calcoli dove sono disciplinate le
fasce Isee e che riporta i valori che vengono definiti annualmente
con provvedimento della giunta comunale in fase di approvazione del
bilancio. A seguire il regolamento dei servizi andiamo ad approvare
anche il nuovo regolamento Isee ( nuovo perchè recepisce un decreto
del consiglio dei ministri del 2013 che modifica in maniera
sostanziale il vecchio regolamento Isee, in vigore fino a al 2014)
che tocca il tema della compartecipazione alla spesa.
Lo stesso dm del Dicembre 2012 prevede
inoltre che i Comuni sono tenuti a definire, non oltre la data della
deliberazione del bilancio, la misura percentuale dei costi
complessivi di tutti i servizi pubblici a domanda individuale e che
per detti servizi i comuni, sono tenuti a richiedere la contribuzione
degli utenti, anche a carattere non generalizzato.
In
questo contesto l’Amministrazione valuta, in relazione alle
disponibilità di bilancio, la quota parte di esso finanziabile con
risorse comunali e quella residua da porre direttamente a carico
dell’utenza, definita anche in relazione alla capacità economica
del soggetto mediante presentazione dell’ISEE. Riuscire oggi a
garantire un accettabile equilibrio sociale ed economico tra il
soddisfacimento della domanda di servizi avanzata dal cittadino e il
costo posto a carico dell'utente, assume un'importanza davvero
rilevante e questo
cercando di proteggere il più possibile il sociale, un settore
questo nel quale assistiamo ogni giorno ad
un notevole incremento delle domande di intervento - spinte
dall'incremento della povertà - domande che si indirizzano sempre
più ai servizi sociali dei Comuni, da tempo dotati di risorse assai
contenute.
Ed'è
un incrocio molto
pericoloso quello che si determina tra la
riduzione di una già contenuta spesa pubblica e la forte crescita
delle domande. Un campanello d'allarme che sono sicuro interesserà
in modo trasversale tutte le forze presenti in quest'aula. Chiudo
con un doveroso riconoscimento per l'ottimo lavoro svolto da tutte le
persone che hanno contribuito alla stesura di questo documento,
dall'assessore competente Bertola che l'ha promosso e sostenuto, ai
nostri tecnici comunali, che hanno dimostrato ancora una volta grande
competenza e professionalità e con un ringraziamento ai colleghi
commissari che hanno condiviso un importante percorso attraverso
diverse riunioni di commissione alle quali hanno partecipato in
maniera propositiva con osservazioni e interventi che hanno dato
valore aggiunto alla stesura di questo documento conclusivo.
Un documento che ci auguriamo tutti, possa essere il primo passo
verso la realizzazione della nostra carta dei servizi.