venerdì 8 luglio 2016

Documento di Piano un adozione tra il verde e l'antico

Oggi stiamo discutendo su un documento che rappresenta l'atto strategico di programmazione degli interventi sul territorio che, insieme al bilancio, è sicuramente uno degli oggetti più importanti e piu difficili da affrontare. E la prima riflessione che mi viene da fare riguarda la questione semplificazione, che è stata spesso oggetto di dibattito in quest'aula. Oggi noi operiamo in un sistema amministrativo sovraccarico di leggi e regolamenti e credo che il campo del governo del territorio, un campo di non facile comprensione, non può certamente rimanere estraneo a questo confronto tanto che un pò di semplificazione credo possa essere d'aiuto a tutti. Detto questo non entrerò specificatamente nelle questioni tecniche e ambientali ma mi limiterò a fare una serie di riflessioni in senso generale e a rispodere ad alcune osservazioni che ho colto negli interventi che mi hanno preceduto, non prima però di sottolineare come questo documento sia il risultato di un amalgama di competenze di ottimo livello ( non ultima quella della geologia) cosi ben illustrate e difese dai tecnici che hanno partecipato alla sua stesura e alla presentazione. Le riflessioni prendono spunto da una domanda che ho sentito porre spesse volte in aula da diversi colleghi della minoranza Ma voi come la vedete questa città e come la pensate? Nella presentazione dell'oggetto l'assessore Colombo ha citato il Papa io volo più basso e rispondo volentieri con una citazione che ha me piace molto: Non occorre necessariamente avere davanti agli occhi una città ideale, ma almeno un ideale di città. Una città fatta di relazioni umane responsabili e reciproche, che ci stanno dinnanzi come un impegno etico. La città non è, dunque, il luogo da cui fuggire a causa delle sue tensioni, dove abitare il meno possibile, ma il luogo nel quale imparare a vivere. Che poi si avvicina molto al pensiero di Aristotele che diceva che "gli uomini hanno fondato la città per vivere meglio insieme" E sono queste poche righe che devono incrociare con il documento che stiamo discutendo questa sera, dove la città ideale è una città che deve essere vivibile, provvista di spazi adatti ad ospitare e stimolare le relazioni umane, una città che non'è un insieme di infrastrutture regolate da un piano asettico, ma un organismo vivente articolato che necessita di essere sempre in linea con i bisogni e i gusti dei suoi abitanti. E allora questo documento deve rappresentare un modo di tenere insieme il giorno e la notte con le loro contraddizioni, le tensioni e la vita, il lavoro e la produzione, la ricchezza e la povertà, la sostenibilità e la trasformazione, la coesione e la competitività. Domandiamoci allora se questo documento risponde a tutto questo. E mi spiace contraddire i colleghi della minoranza ma io ritengo di si e lo fa partendo dal rispettare il programma di mandato del sindaco che, e sono andato a rileggerlo, non parla di consumo suolo zero, come erroneamente evocato da molti colleghi della minoranza. Ma in che modo risponde? principalmente lo fa con la formula della partecipazione che è una fase molto importante poichè la messa a punto del nuovo Documento di Piano è stata accompagnata da un percorso partecipativo di ascolto e coinvolgimento dei cittadini monzesi e dei soggetti rappresentativi di competenze, conoscenze ed interessi diffusi nella città, Il percorso partecipativo, che ha preso il nome di “Una Città per te”, è stato inaugurato il 18 marzo 2014 con un assemblea pubblica di condivisione del quadro delle conoscenze e degli obiettivi generali. Ci sono stati poi tavoli di lavoro tematici, cicli di incontri pubblici aperti presso le Consulte di quartiere, un forum on-line, una mattinata di lavoro a inviti dedicata alle rappresentanze socio-economiche della brianza, in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Produttive. Un grande lavoro fatto in rete e questo perchè noi crediamo che deve essere la città ad adattarsi agli uomini e non viceversa. In quelle occasioni sono state raccolte una serie di proposte che sono riconducibili ai temi più importanti che formano l'ossatura di questo piano e che sono state poi l'oggetto principale di molti degli interventi che mi hanno preceduto. Proposte che trovano sicuramente una risposta positiva all'interno di questo documento e che nello specifico riguardano: la governance dei processi di pianificazione, il contenimento-riduzione del consumo di suolo, il recupero e riuso delle aree dismesse, la qualità dello spazio urbano e la valorizzazione dei luoghi di vita, il verde e gli spazi agricoli, la mobilità dolce, la viabilità e i trasporti, questioni correlate ai temi dell’abitare, delle attività economiche e del lavoro. E questo non'è poco, non'è banale, ed'è la risposta a chi ci accusa di aver tradito le aspettative dei cittadini e dei portatori di interesse. Vediamo allora alcuni di questi temi tra i più importanti Consumo di suolo e aree dismesse che poi era una delle indicazioni primarie La risposta stà nei 44 ambiti di trasformazione che insistono solo su suoli già urbanizzati recependo la proposta dei cittadini di costruire sul costruito e questo, con una previsione di consumo di suolo non superiore al 6%. Nello specifico l'amministrazione comunale sostiene l'attuazione degli interventi all'interno degli AT (Ambiti di Trasformazione) con l'abbattimento del 50% degli oneri su interventi di demolizione con ricostruzione e su interventi di nuova costruzione che richiedono importanti opere di bonifica. E questo risponde anche ad una precisa sollecitazione di alcuni consiglieri che in questi anni hanno sempre evidenziato come l'alto costo della bonifica spesso scoraggia i possibili investitori. In questo contesto spicca il progetto di riqualifica dell'area dell'ex Macello con al centro l'edificazione di due nuove scuole. Un progetto che ha una sua chiara definizione culturale e di utilità sociale rispettoso dell'insieme del contesto urbano e della sua storia. Nuovi spazi culturali di socializzazione in un idea di spazio rispettoso della fisionomia e della storia di quel luogo. Un occhio attento alla salvaguardia delle archeologie industriali e la conservazione della memoria storica e paesaggistica per una città che mette insieme la sostenibilità e la trasformazione Spazio urbano e luoghi di vita Si parla di promuovere la valorizzazione urbana in tutti i quartieri con politiche di localizzazione di servizi e commercio e la nascita di luoghi di attrazione per servizi e attività Questo documento disegna la rete dell'urbanità e della naturalità diffusa come uno spazio collettivo della città. Immaginiamo una nuova infrastruttura che connette tra loro le principali attrezzature collettive (culturali, scolastiche e sportive private o pubbliche, i centri di vita attuali o del futuro, i monumenti noti e meno noti), una rete che attraversa gli spazi aperti di maggiore dimensione (parchi esitenti o di corona) una rete sopratutto come spazio di relazione tra i diversi quartieri. Spazio all'allargamento del perimetro del centro storico ( proposta raccolta) attraverso la definizione di cinque nuove aree contraddistinte da storia o elementi di architettura. Riduzione degli indici di edificabilità all'interno delle zone B Altro tema importante è Abitare a Monza E qui siamo alla questione casa, argomento molto importante e al centro di molti degli interventi, dove la richiesta principale era quella di prevedere quote housing sociale. Un argomento che ha animato in diverse occasioni il dibattito sia in Prima Commissione che in aula, e questo perché la politica per la casa rappresenta oggi lo snodo di una serie di problemi che interessano in maniera trasversale diversi settori della nostra amministrazione, un argomento che riguarda infatti non solo le politiche territoriali ma anche e sopratutto, quelle sociali ed economiche. E noi ci siamo detti molte volte che per fasce sempre più significative della popolazione l’abitazione costituisce un bene difficilmente accessibile e per questo, risulta indispensabile intervenire come amministrazione, garantendo l'appoggio economico per la realizzazione di abitazioni a canone sociale. E in questo quadro ben si colloca lo strumento dell'edilizia convenzionata Una forma di intervento che prevede la locazione degli alloggi da parte dell'impresa o cooperativa realizzatrice. Nel piano vengono individuati specifici AT dove prevedere interventi di edilizia convenzionata in ragione dei quali sono previste anche delle specifiche agevolazioni per le imprese. Per quanto riguarda la questione dei 2000 appartamenti sfitti a Monza ci tengo a evidenziare che sono appartamenti privati e si tratta quindi di mettere in relazione una domanda di un certo tipo e un offerta che non'è propriamente di quel livello. A chi poi lamenta il fatto che questa amministrazione non stà facendo nulla ricordo due cose su tutte. La prima che l'assessorato alle Politiche Sociali ha avviato il progetto MonzaAbitando all'interno del quale c'è una formula che destina parte delle risorse a garanzia dei privati che mettono a disposizione il loro appartamento a canone moderato. La seconda è che in quest'aula abbiamo discusso del progetto di Quartiere Cantalupo, che prevede la costruzione di una serie di appartamenti di edilizia popolare, con tipologia a monolocale, per rispondere alle esigenze delle persone singole che non possono sostenere affitti per appartamenti di più grandi dimensioni. Ricordo a tutti che chi oggi ci accusa di non fare nulla per l'edilizia popolare su quel progetto aveva votato contro. Attività economiche e lavoro il rilancio dell'economia urbana e lo sviluppo delle attività sono un'altro punto di grande importanza. E qui il documento elimina la separazione tra le attività produttive e terziare all'interno delle aree D, per favorire l'integrazione di attività economiche con altre funzioni. Un inizio di semplificazione Sono previste riduzione degli standard x negozi di vicinato e piccoli uffici per ridare vita ai quartieri.C'è poi tutta la questione legata allo sviluppo del turismo che passa anche attraverso il recupero storico di alcuni edifici all'interno delle aree dismesse. Edifici che possono ospitare spazi fondamentali per la promozione di attività turistiche. Argomento del verde Anche questa una pagina molto importante di questo documento ed'è un argomento che si lega molto alla rete di Urbanità e Naturalità diffusa dove all'interno si collocano non solo i grandi parchi ma, sopratutto, i giardini di quartiere che ne fanno da collegamento. All'interno del piano è prevista non solo la regolamentazione di aree a verde private inedificate sopratutto con attività agricole ma anche l'implementazione dei PLIS attraverso una nuova definizione del perimetro con la proposta di annessione al plis Grugnotorto/Villoresi E' prevista l'individuazione di 10 nuovi parchi Urbani e nuovi giardini di quartiere nonchè spazi per orti urbani. C'è poi tutto il discorso legato all'area della Cascinazza Oggetto di scambio con aree di proprietà comunale ( aree dismesse sulle quali non'è facile fare investimenti) Un area sulla quale sono previsti, in caso di sviluppo positivo dell'operazione, degli interventi per migliorarne i livelli di fruibilità e l'attivazione di iniziative legate allo sviluppo dell'agricoltura urbana. E questa è una proposta sulla quale si sono già sprecati diversi commenti da campagna elettorale tra i quali l'accusa di un operazione di svendita. Affermazioni fuori luogo, lontane dal presente e che offendono l'onesta intellettuale dell'autorità proponente e di chi questa proposta l'ha sostenuta ovvero l'autorità procedente. In conclusione questo è un documento di piano sicuramente non perfetto, con delle criticità, ma pur sempre un piano che non'è dei tecnici per i tecnici e nemmeno dei tecnici per la politica ma un documento che rappresenta una visione di città realizzata dagli uomini per ospitare uomini. E questo sempre ponendo al centro la persona e i suoi bisogni e mi auguro, che il lavoro che stiamo facendo e che ci porterà all'approvazione definitiva di questo piano, possa continuare nell'ottica della collaborazione in funzione di possibili interventi di miglioramento.