Come
ho più volte sottolineato, rispetto al progetto nel suo insieme, non
entrerò nel merito della questione dal punto di vista tecnico ma
proverò a fare una riflessione sulle diverse declinazioni, che hanno
trovato spazio nel dibattito e che ne hanno accompagnato l'iter fino
ad oggi.
E
lo faccio tentando una riflessione sul significato, più volte
espresso in quest'aula, di periferia con tutte le accezzioni che ne
hanno fatto da sfondo.
In
uno dei miei recenti interventi ho già avuto modo di esprimermi
sulla necessita di rivedere la definizione di periferia, almeno nella
sua declinazione di spazio urbano e sociale particolare, per provare
ad intenderla come una parte non ancora finita della città, quella
città che come amministratori abbiamo pensato e costruito in questi
anni. Una città dalla quale cogliere non solo gli aspetti negativi,
più e più volte richiamati sopratutto in relazione al quartiere di
Cederna, ma anche i molti aspetti positivi che ne costituiscono il
senso profondo, che è poi l'essenza della sua funzione. Funzione ben
descritta da Aristotele quando dice che gli uomini hanno fondato la
città per vivere meglio insieme.
Dico
questo perchè in quest'aula è esploso forte il concetto di
periferia nella sua accezzione di indicatore spaziale di un disagio
fatto di distanza dal centro, carenza di servizi e infrastrutture,
ritardo nell’integrazione, tensione sociale, senso di
emarginazione. Un luogo, insomma, dal quale fuggire appena possibile.
Ci tengo a ribadire che in questo nuovo/vecchio contratto di
quartiere ci sono molte delle risposte a questi disagi.
Detto
questo ritengo anche legittima l'osservazione, di alcuni dei
colleghi, su come poter continuare a lavorare sull'housing sociale e
su come dare risposte a nuove richieste di spazi abitativi, cercando
al tempo stesso di rideclinare il concetto di città modificando di
conseguenza quello di periferia, per non andare ad aggravare la
situazione già esistente in termini di consumo suolo e agglomerato
urbano.
In
questo contesto, il nostro sindaco con la delega alle politiche
abitative, data all'Assessorato ai servizi alla persona, ha
dimostrato di tenere in grande considerazione la questione del
welfare abitativo. Una segnale forte di cambio di passo della nuova
giunta.
Oggi, risolvere la questione della casa,
non è però facile. Trovati i fondi, che non ci sono oppure sono
pochissimi, l’amministratore non ha in se molte opzioni; o continua
a ‘costruire la periferia’, proponendo la realizzazione di
programmi di edilizia assistita in aree sempre più suburbane o
comincia a pensare di poter ‘lavorare nell’esistente’ con
politiche diversificate come; finanziare affitti controllati
nell’edilizia commerciale urbana, collegarsi ai programmi di
microcredito, operare nel campo del restauro e del riuso cercando ove
possibile occasioni per la densificazione dei tessuti urbani. E qui
mi è doveroso fare un collegamento ai 21 ambiti di riqualifica
(Piani integrati di intervento) presentati dall'Ass. Colombo, la dove
è spressa chiaramente la volonta di intervenire anche con progetti
di edilizia residenziale convenzionata.
Questo significa contaminare la città con il concetto di periferia
ricercandolo nei mille luoghi, e nelle mille forme e possibilità che
si presentano. Parimenti alla condivisione di questo progetto è necessario quindi sostenere la realizzazione
di opere che allarghino i confini dell'area che oggi viene definita
centro, attraverso la riqualifica o progettazione di collegamenti
rivolti verso il centro stesso. (cavalcavia, passaggi a livello,
sottopassi, collegamenti ciclopedonali) In questo periodo abbiamo concentrato gli
sforzi sul ricollegamento del quartiere S.Fruttuoso alla città,
avviato una progettazione per migliorare e mettere in sicurezza i
collegamenti con S.Albino, per non dimenticarci poi di S.Rocco che da
tempo chiede l'apertura del collegamento Gentile-Borgazzi. Dobbiamo
sforzarci nel pensare a ridisegnare virtualmente i confini della città, rinunciando
alla periferia come modello di città a favore della città come
modello di periferia e di società.