domenica 12 gennaio 2014

La Carrier chiude ( omicidio industriale)

Faccio una riflessione sul tragico problema della perdita dei posti di lavoro e la voglio fare partendo da una telefonata di un amico, che ho ricevuto ieri, e che mi informava della decisione della casa madre della Carrier di voler chiudere lo stabilimento di Villasanta entro la prossima estate. Naturalmente il tutto attraverso un freddo comunicato letto da un responsabile della produzione. Con questo ennesimo atto di arroganza industriale non solo si aggiungera' un altro capitolo al libro che ci raccontera' la storia della distruzione dell'importante tessuto industriale  della nostra provincia ma, cio che e' peggio,si spegnera' la luce sulla stabilita' e il futuro di molte famiglie, tenendo conto che questa "operazione industriale" coinvolgera' tutti i 218 dipendenti. In questi casi molti tendono a domandarsi: "ma noi Consiglieri Comunali cosa possiamo fare?  Qui noi siamo di fronte ad un omicidio industriale che non solo uccide una fabbrica storica ma mette a rischio la stabilita' emotiva e fisica di molte persone. E allora ricordo a tutti che la crisi non'e' lontana da qui, la crisi sta'alla porta accanto, sta' nel compagno di banco di nostro figlio o di nostro nipote, in tutte le forme e i tempi della citta'. Sta' nelle persone alle quali chiediamo di pagare la Tares, la Iuc, l'affitto delle case comunali e di essere dei bravi e onesti cittadini. Sta' sopratutto in quei lavoratori, in particolare gli over55, che non rientrano nella categoria degli esodati ( per i quali si sta' faticosamente rincorrendo una soluzione) ma stanno tra quelli che ogni giorno perdono il posto di lavoro e che, grazie all'entrata a regime della riforma Fornero, dovranno attendere di compiere 66 anni prima di prendere uno straccio di pensione. E questo a condizione che tra qualche anno non si svegli qualche Solone, con tre pensioni e in preda ad una crisi di terza o quarta eta', che si creda ancora giovane al punto di proporre un nuovo innalzamento dell'eta' a 68 anni. Ora noi non possiamo pensare che il rapporto tra questi cittadini e la citta' sia sempre lo stesso poiche', in questo, qualcosa e' drammaticamente cambiato. Serve un patto di comunita' dove la comunita' deve saper rinunciare a qualcosa per non dover rinunciare a Qualcuno che, viceversa, rischierebbe di entrare nel vortice dell'emarginazione sociale e Alimentare. E questo e' quanto di peggio rischia oggi una famiglia senza lavoro. Questo proposito deve essere a monte di ogni nostro pensiero e di ogni azione di amministratori di una citta', a partire dalla discussione del bilancio fino al regolamento sulla IUC e di tutti i servizi comunali a domanda individuale. Sono consapevole che questa amministrazione sta' facendo tutto il possibile, mettendo in campo molte risorse, con la collaborazione di tutti i Consiglieri Comunali,  ma vorrei dare un senso agli auguri di Buon Lavoro che estendo a tutta l'aula, e scartare questo augurio che troppo spesso rimane incartato e chiuso in un cassetto.