martedì 28 maggio 2013

Nuovo Contratto Quartiere Cantalupo


Ritengo importante, al di là delle considerazione di carattere strettamente patrimoniale e Urbanistico, esposte dal freddo dall'intervento degli esperti, dare un anima all'oggetto, tendandoci con una riflessione di tipo strettamente sociale.
Come già esposto in altri interventi che mi hanno preceduto, i contratti di quartiere nascono con lo scopo di realizzare o ristrutturare alloggi di edilizia residenziale pubblica o di edilizia agevolata e convenzionata, da destinare alla locazione a canoni concordati. Ricordo a tutti che Monza oggi ha una lista di richieste di alloggi popolari che conta circa 720 domande.
E qui ci tengo a ribadire che il “diritto alla casa” è uno dei punti cardine del nostro programma. Abbiamo tutti la consapevolezza che il problema casa include ormai migliaia di famiglie e nuovi soggetti quali, giovani, studenti, immigrati, sfrattati e genitori separati, che hanno il diritto di vivere in un alloggio adeguato e in un ambiente di qualità e, in questo, i contratti di quartiere ne rappresentano un possibile strumento di intervento. Nascono sopratutto per promuovere la riqualificazione di aree cittadine che presentano elementi di criticità ambientale e sociale, mettendo insieme risorse pubbliche e private. Sono finalizzati ad incrementare la dotazione infrastrutturale dei quartieri periferici dei comuni a più forte disagio abitativo, per favorire l’integrazione sociale e l’adeguamento della offerta abitativa attraverso la sperimentazione di nuove modalità di riqualificazione edilizia. Comprendono anche interventi per la realizzazione o il recupero di parchi, luoghi di aggregazione, centri anziani, scuole e impianti sportivi. Senza dimenticare che, in alcuni casi e previsto anche il recupero delle aree dismesse.
Tutto questo in linea con i famosi 3 assi di intervento, tra l'altro gia presenti nella prima proposta di C.d.Q della precedente giunta, ripresentati velocemente in occasione della discussione della delibera di variante urbanistica, in un precedente Consiglio, per essere poi ampiamente illustrati, dalle esposizioni degli assessori interessati da questa proposta di nuova soluzione di Contratto Quartiere Cantalupo. Si tratta di interventiche riguardano edilizia residenziale pubblica, servizi sociali, verde e servizi, sicurezza, incontri a tema, centro Polifunzionale,ecc). Da sottolineare la forte incidenza degli interventi di natura strettamente sociale, ricalibrati naturalmente alla disponibilità di cassa che è stata fortemente penalizzata da una serie di azioni che fan parte di un'altra storia.
E qui vorrei ricordare come in quest'aula c'è stata un importante discussione proprio a riguardo del quartiere Cederna, con interventi da parte di alcuni consiglieri che si sono dichiarati in prima linea per l'attenzione e la difesa dei quartieri a rischio disagio e fortemente a sostegno di ogni iniziativa tendente a bonificare tutte le forme di emarginazione. Interventi che si chiudevano con una raccomandazione al sindaco, quasi una supplica, ad avviare iniziative di carattere sociale a di contrasto di questi fenomeni.
E in questo contratto sono infatti previsti una serie di interventi che abbracciano tutte le criticità più volte evidenziate e che coinvolgono tutta la popolazione del quartiere; dai Bambini, agli Anziani, dalle famiglie e al ruolo dei genitori, alle situazioni di isolamento e disagio sociale, rappresentate da anziani soli e prigionieri delle difficoltà di mobilità, che pregiudicano il loro coinvolgimento nella vita del quartiere. Di particolare rilievo sono gli interventi previsti nell'asse 3 in tema di sicurezza e di contrasto al bullismo, con una serie di incontri sulla legalità e sicurezza stradale.
Una buona risposta ai condivisibili e accalorati interventi che oggi contrastano però con il voto contrario espresso da alcuni consiglieri già in occasione del primo confronto in aula, di natura urbanistica, voto poi confermato anche in sede di parere di commissione. Confronto che si ripropone questa sera che ci porterà al voto su questo nuovo progetto nella sua dimensione e completa natura.
In un intervento ho sentito affermare che in questo progetto non c'è nulla da inventare, è vero e io aggiungo anche che c'e qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico perchè in questo progetto, dal punto di vista sociale, c'è forse un ritorno al passato la, dove più che da altre parti, si è notata l'assenza dei servizi sociali di prossimità, della presenza nel quartiere di un riferimento capace di rispondere alle diverse necessità e urgenze che ne caratterizzano il tessuto urbano.
In questo contratto vi è la riproposizione di un modello che aveva come principale caratteristica quella di essere il punto di riferimento dei servizio sociale nella Circoscrizione e naturalmente del quartiere, e che è stato sostituito dalla creazione di macro aree cittadine. Una presenza che sarà implementata con delle nuove figure professionali e che potrà fare da modello sperimentale per una possibile esportazione in altri quartieri.
Immagino che anche il voto di oggi, di qualche collega consigliere, verrà condizionato dalla necessità di immagine, ostaggio del marketing politico da campagna elettorale perenne e che, anche in questo caso, non mancherà di ricordarci del nostro impegno preso in campagna elettorale riguardo al consumo di suolo 0 e alla salvaguardia delle aree agricole, cavalcando strategicamente l'importante e meritevole impegno civico di molti dei nostri cittadini. Questo passaggio mi da l'occasione per sottolineare ancora una volta che per noi il territorio è un bene comune che se tutelato, curato e messo in valore, può aprire inesplorate possibilità per lo sviluppo della nostra città, oltre che migliorare la qualità dell’ambiente di vita dei cittadini e in questo, non accettiamo lezioni da nessuno.
Per quanto espresso fin qui vorrei infine invitare l'aula ad un esercizio di riflessione, senza impegno naturalmente, sull'aspetto del socialmente utile di questo contratto in alternativa al regolarmente imposto e che ci invita, in alcuni casi, a pensare ad una città capace di generare modernità e senso e che per questo può svilupparsi anche attraverso una visione adattiva e non regolativa e basta, una città capace di “corrompersi” alla luce delle dinamiche e delle opportunità che cambiano. E questo contratto di quartiere è una di queste opportunità.



venerdì 24 maggio 2013

PD or not PD


Ora non possiamo più nasconderci, vogliono farci credere che i nostri ministri non sono al corrente della presentazione delle ultime proposte di legge o emendamenti ad personam. Vogliono farci credere che il parlamento vassallo ha fatto tutto questo all’insaputa del governo. Questo parlamento, espressione evidente della teoria assolutistica di Hobbes secondo cui l’unità della volontà politica coincide con l’unicità fisica della persona che governa poiché gli individui si riuniscono in una comunità politica solamente nel momento in cui rinunciano a gran parte dei loro diritti naturali a favore del sovrano, avrebbe fatto tutto da solo?????. Ma per piacere.
E noi? L’impressione è quella di un partito costantemente fuori onda. Mai sul pezzo, con le vecchie avanguardie paragonabili ad antichi messaggeri inviati dalle aristocrazie nel campo nemico per trattare un accordo in luogo dello scontro. Nel frattempo “il resto” cerca di sopravvivere perso in una“disputatio” dove non mancano mai i soliti vecchi e noiosissimi Magister e dove l’unica cosa che pare ritrovarsi è la volontà di mantenere, da parte di molti dei prescelti (nel senso di non eletti) una identità politica ad uso e consumo personale.
E così in onda ci và sempre il presidente bonsai circondato dai suoi vassalli, perché lui un profilo ce l’ha. Il Profilobenito. E chi va via (dissente) perde il posto all’osteria, salvo poi lamentarsi se il disagio e il dissenso assumono carattere e forme poco aristocratiche, lontane dal bon-ton in giacca e cravatta. E il tempo scorre inesorabile tra la ricerca di un profilo alto e una caduta in basso (Finocchiaro). Ogni tanto qualche nostalgico, con il grembiulino scolastico della Gelmini, e in perfetto stile “non è mai troppo tardi” ci ricorda che i salari sono bassi e la pressione fiscale troppo alta e se il governo continua così potrei anche arrivare ad esprimere il mio dissenso nel rispetto del ruolo e delle istituzioni che sono chiamato a rappresentare senza mai scadere nella forma espressiva di insulto o di vilipendio e bla,bla bla…….. Cari (nel senso dello stipendio) on. del PD non è su queste basi che si fonda la riforma del Welfare e il rilancio del mercato del lavoro, non è con queste basi che si condivide una forma di governo. In un contesto privo di novità, già vecchio nel suo proporsi, queste tematiche dovrebbero disegnare realmente i contorni del nuovo. Non già il riproporre elenchi di riforme come se fossimo stati folgorati sulla strada per chissà dove, come se l’avventura politica di molti di questi signori stia appena per cominciare.
E poi, come se non bastasse, dobbiamo fare i conti con la politica dell’impressione, con i dilettanti del botto di fine anno, del tanto al metro, abili solo a costruirsi passaggi in video auto-celebrativi, senza vergogna, sempre truccati con un sorriso di plastica. E chi se ne frega poi se gli attuali equilibri politico-parlamentari sono quanto di più precario esiste oggi in Italia. E poi c’è l’ora del dialogo e ci incasiniamo con il sistema misto Germania/Spagna, o è forse quello Francese, con il Silvio che fa i capricci e i sindacati sempre più impegnati a discutere a Roma di alta politica, capaci di promuovere scioperi di avvertimento, mutuando il sistema tedesco, ma lontani anni luce dalle fabbriche dove ancora si lotta e si muore per il lavoro. C’ è bisogno di una classe nuova di politici, di persone che restituiscano la dignità alla politica, vissuta come servizio verso gli altri, al di fuori di supine appartenenze a gruppi di potere legati da interessi particolari di caste. Ricominciamo dal basso a parlare di cose della vita, pratiche di tutti i giorni, direttamente al popolo più creativo, capace di grandi gesti di solidarietà, di grandi gesti di integrazione e che sarebbe perfino capace di vivere in pace, senza la presenza inquietante di questa politica irresponsabile.