martedì 9 agosto 2011

Gemonio, l'Europa, il dito e la Follia.

Figure strane quelle dei tre ministri viste in televisione da Gemonio. Sparse oltre le sbarre, come prigionieri di una storia disordinata. Interpreti casuali di un Europa mal digerita che si ritrova protagonista trascinata in quel cortile. Figure folli di un mondo virtuale, moschettieri in bermuda di un Italia che ne aspetta le eroiche gesta. Fuori, la paura ha il volto dei pensionati, gli occhi degli operai, lo sgomento dei saggi. Siamo sotto attacco degli speculatori e sembra che nessuno muova un dito. Quel dito che come un arma, quasi improvvisamente si alza a stento dal corpo del vecchio moschettiere, come a lanciare la sfida nemico, incitare la città a reagire, chiamare la popolazione a resistere. E quando finalmente le parole dei tre ci spiegano la vera natura degli eventi, realizziamo appieno il significato di quel dito levato al cielo che, come un urlo di gioia dei potenti in preda ad una folle esaltazione, ci ricorda il soggetto e l'eterna destinazione dei patimenti. E triste ammettere che siamo un paese in preda della follia, governato dalla follia. Pronti ad esaltarla per un posto in prima fila, pronti a seguirla per un pugno di privilegi.
Scopri allora che alcuni scritti sembrano seguire il corso della storia e calibrarsi a ragione su moderni personaggi.

Come l'elogio alla follia di  Erasmo da Rotterdam

"" Qualsiasi cosa dicano di me i mortali - non ignoro, infatti, quanto la Follia sia portata per bocca anche dai più folli - tuttavia, ecco qui la prova decisiva che io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli uomini. Non appena mi sono presentata per parlare a questa affollatissima assemblea, di colpo tutti i volti si sono illuminati di non so quale insolita ilarità. Che c'è infatti di più sciocco, dicono, di un candidato che lusinga il popolo in tono supplichevole, che compra i voti, che va in cerca degli applausi di tanti stolti, che si compiace delle acclamazioni, che si fa portare in giro in trionfo, come una statua da mostrare al popolo. Aggiungi la sfilza dei nomi e dei soprannomi, gli onori tributati a un uomo insignificante, il fatto che si dà il caso di tiranni scelleratissimi elevati con pubbliche cerimonie alla gloria. Sono autentiche manifestazioni di follia, Chi lo nega? Tuttavia, proprio di qui sono nate le grandi imprese degli eroi, levate al cielo dall'opera di tanti letterati. Questa follia genera le città; su di essa poggiano i governi, le magistrature, la religione, le assemblee, i tribunali. La vita umana non è altro che un gioco della Follia.""

venerdì 5 agosto 2011

Il rumore della politica

E' il rumore della politica, quello che ci ruba il silenzio, cattura le nostre immagini e confonde le parole.
E' la politica dell'Io sovrano quella che si indigna mostrando tutta la sua onorevole opulenza, sempre intoccabile e padrona assoluta di ogni diritto. E la mente va, ostaggio dei pensieri più cupi. Il lavoro che non c'è più, la spesa sempre più leggera, la famiglia sempre più in crisi. Ferragosto e Natale si confondono in un calendario sempre più uguale, dove i santi lasciano il posto ai problemi. E' il  vivere vero di molti si mischia al vivere finto di pochi che, istituzionalmente preoccupati, non rinunciano a nulla e a te concedono il nulla. 
Le luci della politica immune e vacanziera violentano la ragione e offendono la dignità di chi oggi deve decidere cosa può mangiare e, ciò che è peggio, quale malattie si può curare. Il peso degli anni trasforma piegandole le figure degli onesti, il peso della politica trasforma allungandole le figure dei disonesti. La legge non'è uguale per tutti, e il rumore che fa la differenza. Questo forte e fastidioso rumore che sembra lontano, ma purtroppo è sempre più vicino. E così benessere e disagio sono i dioscuri che governano le nostre giornate, ma guai a metterli in competizione tra di loro. Non posso pensare alle conseguenze.
Possiamo e dobbiamo reagire a quanti vorrebbero riprogrammarci tutti in uno stato sociale silenzioso e ubbidiente. Ognuno di noi ha una sua parte in questa storia, sta a noi renderla importante