Che
dire, l’impressione è quella di un partito decisamente fuori onda,
con le vecchie avanguardie paragonabili ad antichi messaggeri inviati
dalle aristocrazie nel campo nemico per trattare un accordo in luogo
dello scontro. Nel frattempo “il resto” cerca di sopravvivere
perso in una“disputatio” dove non mancano mai i soliti vecchi e
noiosissimi Magister e dove l’unica cosa che pare ritrovarsi è la
volontà di mantenere, da parte di molti dei prescelti (nel senso di
non eletti) una identità politica ad uso e consumo personale.
E chi va via (dissente) perde il posto all’osteria, salvo poi lamentarsi se il disagio e il dissenso assumono carattere e forme poco aristocratiche, lontane dal bon-ton in giacca e cravatta. E il tempo scorre inesorabile tra la ricerca di un profilo alto e una caduta in basso. Ogni tanto qualche nostalgico, con il grembiulino scolastico della Gelmini, e in perfetto stile “non è mai troppo tardi” ci ricorda che i salari sono bassi e la pressione fiscale troppo alta e se si continua cosi potrei anche arrivare ad esprimere il mio dissenso nel rispetto del ruolo e delle istituzioni che sono chiamato a rappresentare senza mai scadere nella forma espressiva di insulto o di vilipendio e bla,bla bla……..
E chi va via (dissente) perde il posto all’osteria, salvo poi lamentarsi se il disagio e il dissenso assumono carattere e forme poco aristocratiche, lontane dal bon-ton in giacca e cravatta. E il tempo scorre inesorabile tra la ricerca di un profilo alto e una caduta in basso. Ogni tanto qualche nostalgico, con il grembiulino scolastico della Gelmini, e in perfetto stile “non è mai troppo tardi” ci ricorda che i salari sono bassi e la pressione fiscale troppo alta e se si continua cosi potrei anche arrivare ad esprimere il mio dissenso nel rispetto del ruolo e delle istituzioni che sono chiamato a rappresentare senza mai scadere nella forma espressiva di insulto o di vilipendio e bla,bla bla……..
E
poi, come se non bastasse, dobbiamo fare i conti con la politica
dell’impressione, con i dilettanti del botto di fine anno, del
tanto al metro, abili solo a costruirsi passaggi in video
auto-celebrativi, senza vergogna, sempre truccati con un sorriso di
plastica. E chi se ne frega poi se gli attuali equilibri
politico-parlamentari sono quanto di più precario esiste oggi in
Italia.
E'
il rumore della politica, quello che ci ruba il silenzio, cattura le
nostre immagini e confonde le parole.
E'
la politica dell'Io sovrano quella che si indigna mostrando tutta la
sua onorevole opulenza, sempre intoccabile e padrona assoluta di ogni
diritto. E la mente va, ostaggio dei pensieri più cupi. Il lavoro
che non c'è più, la spesa sempre più leggera, la famiglia sempre
più in crisi. Ferragosto e Natale si confondono in un calendario
sempre più uguale, dove i santi lasciano il posto ai problemi. E' il
vivere vero di molti si mischia al vivere finto di pochi che,
istituzionalmente preoccupati, non rinunciano a nulla e a te
concedono il nulla.
Le
luci della politica immune e vacanziera violentano la ragione e
offendono la dignità di chi oggi deve decidere cosa può mangiare e,
ciò che è peggio, quale malattie si può curare. Il peso degli anni
trasforma piegandole le figure degli onesti, il peso della politica
trasforma allungandole le figure dei molti disonesti. E' il rumore
che fa la differenza, questo forte e fastidioso rumore che sembra
lontano, ma purtroppo è sempre più vicino. E così benessere e
disagio sono i dioscuri che governano le nostre giornate, ma guai a
metterli in competizione tra di loro. Non posso pensare alle
conseguenze.
C’è
bisogno di una classe nuova di politici, di persone che restituiscano
la dignità alla politica, vissuta come servizio verso gli altri, al
di fuori di supine appartenenze a gruppi di potere legati da
interessi particolari di caste. Ricominciamo dal basso a parlare di
cose della vita, pratiche di tutti i giorni, direttamente al popolo
più creativo, capace di grandi gesti di solidarietà, di grandi
gesti di integrazione e che sarebbe perfino capace di vivere in pace,
senza la presenza inquietante di questa politica irresponsabile.
Ognuno
di noi ha una sua parte in questa storia, sta a noi renderla
importante
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