lunedì 4 marzo 2013

Registro coppie di fatto


27/02/2012 Il Consiglio Comunale approva l'istituzione del Registro delle Coppie di Fatto

Questo il testo del mio intervento

Prima di tutto vorrei sottolineare come, in questa importante sede istituzionale simbolo di libertà e di democratico confronto, la persona ritorna spesso al centro del dibattito a conferma del suo essere il fulcro intorno al quale si sviluppa il programma di questa maggioranza.

Oggi si discute sulla proposta di istituire il registro delle coppie di fatto. E proprio perchè si parla di persone lascio ad altri la riflessione legata alle varie questioni giuridiche o il disquisire sull'esempio positivo o negativo che ci arriva dalle altre democrazie europee, per centrare la discussione sull'importanza che documenti storici come la Convenzione sui diritti dell'uomo, la nostra costituzione e a seguire le varie convenzioni sulla non discriminazione e a favore dei diritti di tutti (donne, bambini, disabili, migranti,ecc ) hanno avuto nella nostra storia.

Tutti questi documenti trattano di aspetti che fanno parte, e una parte fondante, dell’essere umano. Tutti questi documenti dichiarano, ci insegnano, ribadiscono il concetto dei diritti dell'uomo. Concetto che si esalta attraverso la convinzione che ciascuno di noi ha il diritto di pensare ad un proprio progetto di vita, a prescindere dalle differenze di qualsiasi genere. Prefigurarsi un progetto di vita non è appannaggio solo di pochi, ma una necessità di tutti. Di tutti gli uomini, appunto. Per ogni persona che si trova in questa sala, esiste un progetto di vita, differente da quello che riguarda la persona alla sua destra e sinistra, ma non per ciò meno vero e significante.

Nel caso specifico è bene ricordare che stiamo trattando di un argomento che riguarda tutti coloro che per ragioni di opportunità – spesso fiscali e di reddito – decidono di non metter su famiglia. In questo contesto la locuzione coppie di fatto si riferisce tanto alle coppie etero che decidono di non sposarsi, quanto alle coppie omo che non possono farlo. Chi pensa di strumentalizzare questo argomento, in funzione di questi ultimi, viola la costituzione, in palese contrasto con il principio di eguaglianza e di democrazia.

Oggi, queste persone vivono una condizione di emarginazione istituzionale non per libera scelta ma per l'incapacita della politica di muovere un decisivo e importante passo verso lo sviluppo di un modello sociale improntato sull'eguaglianza e la convivenza civile.

Il principio di non discriminazione è alla base di qualsiasi organismo democratico, la libertà nei comportamenti che hanno a che fare con le scelte personali è per noi un fondamento di civiltà irrinunciabile.

La convivenza deve essere protetta e resa alternativa rispetto al matrimonio, soprattutto in presenza di prole, permettendo l'accesso a tutti i servizi resi dal comune. Sottolineo che si tratta di convivenza e non di matrimonio per il quale si rende necessaria una legge dello stato.

Per onestà nel ragionare va detto che ad alimentare questa incapacità politica vi è anche l'interferenza di una parte della comunità religiosa che, se pur legittimata nella sua opera di insegnamento, contrasta con l'articolo 7 della costituzione là dove si afferma che lo Stato e la Chiesa sono due organismi indipendenti e sovrani.

La famiglia è prima di tutto una comunità di affetti, di solidarietà, di rispetto e di assunzione di responsabilità, dunque vanno tutelate tutte le famiglie.

Per quanto ci compete il rispetto della famiglia, non è sicuramente esclusiva di coloro che vantano profonde radici morali ma deve essere patrimonio di una molteplicità di persone, appartenenti a generi, culture e politiche diverse.

Ai colleghi consiglieri oggi chiedo una presa di posizione responsabile in virtù del fatto che quando hanno preso i voti lo hanno fatto per vestire l'abito istituzionale, a difesa dei diritti di tutti.

grazie














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