sabato 3 maggio 2014

Frate Luca Pacioli, Monza e la Partita Doppia (bilancio consuntivo 2013)

Questa sera parliamo del Bilancio consuntivo" moderna evoluzione della partita doppia la cui invenzione si deve a Fra Luca Pacioli, famoso matematico che pubblicò in lingua volgare la SUMMA. A lui infatti si deve l'invenzione del sistema di contabilità, la partita doppia, il bilancio d’esercizio. E perché un francescano inventa il bilancio d’esercizio? Perché bisognava insegnare come fare ad essere efficienti per non sprecare le risorse, al punto che le prime comunità conventuali monastiche erano proprio delle autentiche comunità economiche.
Si tratta poi di un documento che non'è solo il resoconto economico di gestione dell'anno precedente, ma rappresenta, a tutti gli effetti, un atto dal notevole contenuto politico/finanziario.
Finanziario, in quanto deve fornire informazioni sui programmi e i progetti realizzati e in corso di realizzazione e sull’andamento finanziario, economico e patrimoniale dell’ente. Politico-amministrativo, poichè consente l’esercizio del controllo che il Consiglio dell’ente esercita sulla Giunta quale organo esecutivo, nell’esercizio delle prerogative di indirizzo e di controllo politico-amministrativo attribuite dall’ordinamento al Consiglio. La lettura e la discussione di oggi del rendiconto della gestione 2013 costituiscono infatti il momento conclusivo di un processo di programmazione e controllo che trova la sintesi finale proprio nell'approvazione di questo documento contabile.
Fatta questa necessaria premessa vorrei fare alcune considerazioni partendo dall'analisi del contesto in cui i comuni si trovano da tempo a dover operare. Considerazioni che riguardano principalmente gli aspetti sociali lasciando gli altri campi ad altri interventi. E allora sappiamo tutti perfettamente che quello trascorso non'è stato un anno facile e non solo a causa delle precedenti manovre governative che hanno progressivamente ridotto le risorse finanziarie ma, sopratutto, per i numerosi vincoli (equilibri di bilancio, indebitamento) ai quali siamo sottoposti, scelte politiche che hanno pesato come un macigno sugli enti locali dove il peso dei minori trasferimenti e il blocco dell’autonomia non solo a costretto molti comuni a chiedere sacrifici ai propri cittadini per mantenere inalterato il livello qualitativo dei servizi ma ha obbligato molti di loro a scegliere se tagliare investimenti – per fare quadrare i bilanci – o ridurre i servizi;
con la drammatica conseguenza che quelli più poveri sono stati costretti a fare l’una e l’altra scelta. Senza dimenticare poi la difficile situazione economico/produttiva che tutti noi stiamo vivendo situazione che ha creato una fascia grigia di nuove povertà con le quali ci confrontiamo tutti i giorni e sulle quali siamo chiamati spesso ad intervenire con urgenza.
In questo quadro di incertezza sono sempre di più i cittadini che si rivolgono al sistema pubblico per avere risposte ai nuovi bisogni e alle nuove povertà, caricandolo del peso di una responsabilità da affrontare con forti limitazioni sui propri strumenti di azione ridotti alle sole imposte comunali e alle tariffe sui servizi a domanda individuale. E noi tutti sappiamo bene che il compito fondamentale dell’amministrazione è quello di garantire il soddisfacimento dei bisogni dei cittadini attraverso l'offerta di determinati servizi e questo anche in regime di scarsità di risorse. La difficoltà stà nel cercare di raggiungere un equilibrio tra il soddisfacimento della domanda di servizi e le risorse impiegate per la loro erogazione. E la scelta che in questo anno trascorso ha caratterizzato l’azione economica di questa amministrazione, è stata quella di puntare sui servizi alla persona, sulla risposta ai nuovi bisogni della comunità, senza chiedere sacrifici, mettendo in atto manovre in grado di fornire risposte strutturali ai bisogni emergenti, sia in termini di spese che di investimenti.
E questa risposta emerge chiaramente non solo dal quadro riassuntivo delle spese correnti per funzione, dove rileviamo un aumento di spesa nelle voci relative all'istruzione e al settore sociale ma, sopratutto, dal quadro riassuntivo riferito ai servizi a domanda individuale, dove si evidenzia una copertura a carico dell'ente di quasi il 52% dei costi, il che significa sopratutto nessun aumento delle tariffe.
E più nello specifico per le voci che riguardano gli asili nido, le mense scolastiche, le colonie e servizi estivi, che riportano un maggiore saldo negativo tra le entrate e le uscite e questo anche a conferma di una evidente crisi economica che ha investito molte famiglie chiamate ad operare delle scelte che in questi dati si rappresentano in tutta la loro drammaticità.
Senza contare poi che tra i servizi a domanda individuale vi sono anche quelli relativi alle fragilità derivanti da disabilità per i quali è richiesto un inserimento in centri diurni che, a differenza di altri comuni, non comportano contributi a carico dell'utenza.
Qui però per dovere di cronaca va anche segnalata una marcatura importante del segno negativo anche nella voce impianti sportivi e spettacoli che meriterebbero una più approfondita riflessione (vediamo se poi gli assessori competenti ci daranno qualche informazione in +).
Certo, in questo contesto vi sono anche gli evasori cronici che, con il loro atteggiamento, finiscono col danneggiare i veri destinatari di attenzione. (e su questo aspetto so che c'è in atto un controllo incrociato tra assessorati).
Per quanto riguarda il resto del documento e nello specifico la parte progettuale di natura politica, appare evidente come, a fronte di minori entrate, i vari assessorati abbiano dovuto impegnarsi con uno sforzo supplementare per riuscire a perseguire i contenuti del programma di mandato cercando di impiegare al meglio le risorse umane, finanziarie e strutturali dell’Ente.
Per questo motivo, l’analisi dell’avanzo di competenza non deve essere visto solo sotto l’aspetto numerico, ma come il frutto
delle scelte dell’Amministrazione che ha impiegato al meglio le risorse per garantire la quantità e la qualità dei servizi erogati alla collettività senza appesantire la pressione fiscale sui cittadini.
Ora non'è che noi siamo paragonabili ad una comunità monastica ma il principio di efficienza in un contesto di fraternità è un ottimo esempio. E quando parlo di fraternità non mi riferisco ad un legame di parentela ma ad un sano e valido principio di pensiero e di azione che andrebbe diffuso in ambito politico e in particolar modo ngli enti locali. Tutto questo a patto che non si persegua poi l'efficienza fine a se stessa che alla lunga rischia di diventare efficientismo. Con questi presupposti ci avviamo alla stesura del prossimo bilancio preventivo consapevoli che non sarà facile ma che ci vedrà impegnati ad adottare ogni provvedimento che consenta di ottimizzare ulteriormente l’utilizzo delle risorse disponibili, mantenendo la giusta attenzione ai bisogni, nell’esclusivo interesse della collettività.

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