Questa sera parliamo del Bilancio
consuntivo" moderna evoluzione della partita doppia la cui
invenzione si deve a Fra Luca Pacioli, famoso matematico che pubblicò
in lingua volgare la SUMMA. A lui infatti si deve l'invenzione del
sistema
di contabilità, la partita doppia, il bilancio d’esercizio. E
perché un francescano inventa il bilancio d’esercizio? Perché
bisognava insegnare come fare ad essere efficienti per non sprecare
le risorse, al punto che le prime comunità conventuali monastiche
erano proprio delle autentiche comunità economiche.
Si
tratta poi di un documento che non'è solo il resoconto economico di
gestione dell'anno precedente, ma rappresenta, a tutti gli effetti,
un
atto dal notevole contenuto politico/finanziario.
Finanziario,
in quanto deve fornire informazioni sui programmi e i progetti
realizzati e in corso di realizzazione e sull’andamento
finanziario, economico e patrimoniale dell’ente.
Politico-amministrativo, poichè consente l’esercizio del
controllo che il Consiglio dell’ente esercita sulla Giunta quale
organo esecutivo, nell’esercizio delle prerogative di indirizzo e
di controllo politico-amministrativo attribuite dall’ordinamento al
Consiglio. La lettura e la discussione di oggi del
rendiconto della gestione 2013 costituiscono infatti il momento
conclusivo di un processo di programmazione e controllo che trova la
sintesi finale proprio nell'approvazione di questo documento
contabile.
Fatta questa
necessaria premessa vorrei fare alcune considerazioni partendo
dall'analisi del contesto in cui i comuni si trovano da tempo a dover
operare. Considerazioni che riguardano principalmente gli aspetti
sociali lasciando gli altri campi ad altri interventi. E allora
sappiamo tutti perfettamente che quello trascorso non'è stato un
anno facile e non solo a causa delle precedenti manovre governative
che hanno progressivamente ridotto le risorse finanziarie ma,
sopratutto, per i numerosi vincoli (equilibri di bilancio,
indebitamento) ai quali siamo sottoposti, scelte
politiche che hanno pesato come un macigno sugli enti locali dove il
peso dei minori trasferimenti e il blocco dell’autonomia non solo a
costretto molti comuni a chiedere sacrifici ai propri cittadini per
mantenere inalterato il livello qualitativo dei servizi ma ha
obbligato molti di loro a scegliere se tagliare investimenti – per
fare quadrare i bilanci – o ridurre i servizi;
con la drammatica
conseguenza che quelli più poveri sono stati costretti a fare l’una
e l’altra scelta. Senza
dimenticare poi la
difficile situazione economico/produttiva che tutti noi stiamo
vivendo situazione che ha creato una fascia grigia di nuove povertà
con le quali ci confrontiamo tutti i giorni e sulle quali siamo
chiamati spesso ad intervenire con urgenza.
In
questo quadro di incertezza sono sempre di più i cittadini che si
rivolgono al sistema pubblico per avere risposte ai nuovi bisogni e
alle nuove povertà, caricandolo del peso di una responsabilità da
affrontare con forti limitazioni sui propri strumenti di azione
ridotti alle sole imposte comunali e alle tariffe sui servizi a
domanda individuale. E
noi tutti sappiamo bene che il compito fondamentale
dell’amministrazione è quello di garantire il soddisfacimento dei
bisogni dei cittadini attraverso l'offerta di determinati servizi e
questo anche in regime di scarsità di risorse. La
difficoltà stà nel cercare di raggiungere un equilibrio tra il
soddisfacimento della domanda di servizi e le risorse impiegate per
la loro erogazione. E
la scelta che in questo anno trascorso ha caratterizzato l’azione
economica di questa amministrazione, è
stata quella di puntare sui servizi alla persona, sulla risposta ai
nuovi bisogni della comunità, senza chiedere sacrifici, mettendo in
atto manovre in grado di fornire risposte strutturali ai bisogni
emergenti, sia in termini di spese che di investimenti.
E
questa risposta emerge chiaramente non solo dal quadro riassuntivo
delle spese correnti per funzione, dove rileviamo un aumento di spesa
nelle voci relative all'istruzione e al settore sociale ma,
sopratutto, dal quadro riassuntivo riferito ai servizi a domanda
individuale, dove si evidenzia una copertura a carico dell'ente di
quasi il 52% dei costi, il che significa sopratutto nessun aumento
delle tariffe.
E
più nello specifico per le voci che riguardano gli asili nido, le
mense scolastiche, le colonie e servizi estivi, che riportano un
maggiore saldo negativo tra le entrate e le uscite e questo anche a
conferma di una evidente crisi economica che ha investito molte
famiglie chiamate ad operare delle scelte che in questi dati si
rappresentano in tutta la loro drammaticità.
Senza
contare poi che tra i servizi a domanda individuale vi sono anche
quelli relativi alle fragilità derivanti da disabilità per i quali
è richiesto un inserimento in centri diurni che, a differenza di
altri comuni, non comportano contributi a carico dell'utenza.
Qui
però per dovere di cronaca va anche segnalata una marcatura
importante del segno negativo anche nella voce impianti sportivi e
spettacoli che meriterebbero una più approfondita riflessione
(vediamo se poi gli assessori competenti ci daranno qualche
informazione in +).
Certo,
in questo contesto vi sono anche gli evasori cronici che, con il loro
atteggiamento, finiscono col danneggiare i veri destinatari di
attenzione. (e su questo aspetto so che c'è in atto un controllo
incrociato tra assessorati).
Per
quanto riguarda il resto del documento e nello specifico la parte
progettuale di natura politica, appare evidente come, a fronte di
minori entrate, i vari assessorati abbiano dovuto impegnarsi con uno
sforzo supplementare per riuscire a perseguire i contenuti del
programma di mandato cercando di impiegare al meglio le risorse
umane, finanziarie e strutturali dell’Ente.
Per
questo motivo, l’analisi dell’avanzo di competenza non deve
essere visto solo sotto l’aspetto numerico, ma come il frutto
delle
scelte dell’Amministrazione che ha impiegato al meglio le risorse
per garantire la quantità e la qualità dei servizi erogati alla
collettività senza appesantire la pressione fiscale sui cittadini.
Ora
non'è che noi siamo paragonabili ad una comunità monastica ma il
principio di efficienza in un contesto di fraternità è un ottimo
esempio. E quando parlo di fraternità non mi riferisco ad un legame
di parentela ma ad un sano e valido principio di pensiero e di azione
che andrebbe diffuso in ambito politico e in particolar modo ngli
enti locali. Tutto questo a patto che non si persegua poi
l'efficienza fine a se stessa che alla lunga rischia di diventare
efficientismo. Con questi presupposti ci avviamo alla stesura
del prossimo bilancio preventivo consapevoli che non sarà facile ma
che ci vedrà impegnati ad adottare ogni provvedimento che consenta
di ottimizzare ulteriormente l’utilizzo delle risorse disponibili,
mantenendo la giusta attenzione ai bisogni, nell’esclusivo
interesse della collettività.
Nessun commento:
Posta un commento