martedì 6 maggio 2014

Monza e lo Sport


Devo dire, ovviamente in senso positivo, che finalmente entra nel dibattito di quest'aula l'argomento sport, anche se ci arriva attraverso una porta di servizio, con un oggetto che in realtà non ne rappresenta appieno la vera natura e i veri contorni e quindi penso, che al di la dell'oggetto regolamento, sia opportuno fare una riflessione un po piu' in generale sulla situazione sport a Monza, rischiando anche di andare un po fuori tema.
Una riflessione che non può non partire dall'evidenziare come nella nostra città sono sempre di più i cittadini che si avvicinano alla pratica sportiva o motoria con una certa frequenza e questo va sicuramente considerato come un fenomeno di grande rilevanza sociale visto che investe sempre di più ogni ceto della nostra Città. Un fenomeno che ci racconta come lo sport attivo stia diventando sempre più parte integrante della giornata di molti noi, dai giovani agli anziani, dalle donne ai bambini, senza distinzione d’abilità, età e di provenienza. E Monza risponde bene a questa richiesta con un tessuto di società e associazioni che offrono la pratica sportiva per diverse discipline e a tutti i livelli; dagli agonisti a chi fa sport semplicemente per hobby o per mantenersi in forma. Senza dimenticare poi le importanti società che operano nel mondo della disabilità, con straordinari risultati anche in campo agonistico. E la città risponde con palestre scolastiche e strutture pubbliche, senza contare poi la più grande palestra aperta e gratuita che è il nostro parco, dove giornalmente e nei fine settimana si ritrovano migliaia di cittadini per praticare sport diversi. E' questo è lo sport nella nostra città, lo sport popolare che fa prevenzione, che aiuta a mantenersi in forma, lo sport popolare che entra nelle strutture pubbliche a gestione privata non senza qualche difficoltà, lo sport agonistico che ottiene notevoli e importanti successi. E per tutti questi motivi che noi oggi non possiamo liquidare l’argomento Regolamento assegnazione contributi, come lo svolgimento di una semplice operazione, burocratica. Ovviamente nella dovuta considerazione e rispetto del lavoro svolto dai tecnici e dalla competente commissione.
Detto questo vorrei aggiungere una personale riflessione, a quanto già detto dal cons. Appiani nel suo intervento di presentazione, sul ruolo sociale dello sport, non senza sottolineare come l’evidente passaggio dalla cultura della pratica sportiva riservata ai pochi, al riconoscimento di un diritto per tutti, esalti il significato di appartenenza e di partecipazione attiva alla vita della comunità. E questo perchè oggi più che mai lo sport diventa strumento di integrazione come elemento di socialità e aggregazione, delle diverse fasce di età, delle comunità e anche dei quartieri, attorno a polisportive o più semplicemente in spazi aperti organizzati e non. Li possono nascere aggregazione sociale, interessi condivisi o stimolare la volontà di partecipazione dei cittadini alla gestione. E per questi motivi che uno dei nostri doveri, come amministratori e come forma di governo più vicina ai cittadini, è quello di diffondere e sostenere questa cultura dello sport dove il modello perseguito sia significativamente quello aperto a tutti, un modello che costruisca cittadinanza attraverso la partecipazione, l’integrazione e la coesione sociale.
Concetti ben richiamati anche nell'intervento di illustrazione dell'oggetto da parte del consigliere delegato. Intervento assolutamente condivisibile, nel quale ci ha descritto un doveroso percorso di riordino burocratico (riscrittura dei criteri di indirizzo per l'affidamento in gestione degli impianti sportivi, determinazione dei canone, criteri di aggiudicazione delle ore delle palestre alle società richiedenti,per arrivare oggi al " Regolamento comunale per la concessione di contributi e per l'istituzione del registro delle associazioni per la promozione e diffusione dello sport".
Ma la riflessione non può e non deve fermarsi qui, occorre andare coraggiosamente oltre e segnalare che gli impianti sportivi, ovvero l'offerta pubblica, oltre a non essere in buone condizioni, in alcuni casi costano e tanto alle rispettive società. (oltre alla cittadinanza) E a questo punto allora dobbiamo farci una domanda; Ma quale intervento "sociale" è quello sportivo comunale, se per usufruire di un impianto pubblico devi pagare importi cospicui a fronte di un servizio in cattive condizioni?.
Se vogliamo parlare di sport come strumento sociale, per tutte quelle motivazioni che stiamo dicendo, diventa imperativo passare da una politica della scelta dei prezzi pubblici ad una azione di prezzi politici poichè questo tipo di investimento non deve produrre utili in termini economici ma incassi morali e utili socialmente.
Altrimenti tutto quello che diciamo è e rimane pura demagogia
Sono consapevole delle problematiche che coinvolgono l'impiantistica sportiva di base. La spesa del comune per l'impiantistica in questi anni è calata in maniera verticale, e questo non solo per via del patto di stabilità ma anche per il vincolo della possibilità di indebitamento. Teniamo conto che gli interventi in materia sportiva venivano/vengono finanziati dagli oneri di urbanizzazione, che si sono drasticamente ridotti.

Ma io penso che non'è questo il momento di attendere, oggi piu che mai bisogna investire nello sport. Perchè lo sport non significa solo risparmio sulla salute ma anche un mezzo sociale importante per l'integrazione dei popoli, integrazione dei giovani e dei disabili. In questo senso deve andare il nostro impegno affinché sia reso facile l’accesso agli impianti e alle attività sportive, solo così potremmo dire che nella nostra Città lo sport può essere davvero una pratica per tutti, nessuno escluso.
Per quanto riguarda il regolamento in questione, la cui applicazione sembra dipendere molto dai bandi che verranno pubblicati nelle finestre previste, credo sia importante, trascorso un giusto periodo di applicazione, che lo stesso sia oggetto di verifica (anche attraverso la competente commissione) sulla sua funzionalità, sugli eventuali difetti, consapevoli della possibilità di poterlo ancora migliorare.

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