martedì 23 aprile 2013

Piani Integrati di Intervento (riqualifica aree dismesse)

Testo intervento in Consiglio Comunale del 22/04/2013

Tenterò di fare alcune riflessioni sull'oggetto in discussione cercando, per quel che le competenze mi permettono, di essere il più semplicemente comprensibile.

Oggi si discute del Documento di Inquadramento e, se ho studiato bene, questo viene redatto allo scopo di definire gli obiettivi generali e gli indirizzi dell’azione amministrativa nell’ambito della programmazione integrata di intervento così come previsto dall'art.25, comma 7 della L.R. 12/2005, che, per chi non la conoscesse è diventata famosa in quel di Monza per la sua continua evoluzione rispetto alla questione cascinazza. (ma questa è tutta un'altra storia). E più semplicemente, se vogliamo/pensiamo/crediamo utile consentire interventi di riqualifica delle aree dismesse, in assenza di un nuovo strumento Urbanistico, è necessario redigere e approvare questo documento attraverso il quale l’Amministrazione Comunale definisce il quadro di riferimento per le trasformazioni urbanistico – territoriali, da promuoversi attraverso la concertazione e la cooperazione con soggetti pubblici e privati al fine di consentire la realizzazione di infrastrutture, la dove questa attività non'è più realizzabile con iniziative e capitali unicamente pubblici.

Questo passaggio mi permette di infilarmi nella riflessione sulla natura sociale di questo documento, in termini di riqualificazione del territorio, dell’ambiente e del paesaggio, nonché sul coinvolgimento attivo dei cittadini.
Insieme al Documento di piano abbiamo assistito alla presentazione di 21 ambiti, sui quali ci sono concrete ipotesi di un intervento trasformativo, e sui quali auspico che si inneschi un processo virtuoso di condivisione circa il futuro di questa porzione di territorio e del suo patrimonio storico culturale, attraverso un percorso partecipativo esteso alle realtà sociali, culturali, associative del territorio che dovrà coinvolgere i rappresentanti delle varie categorie di cittadini interessati: “gli stakeholders”, cioè ogni soggetto o categoria di soggetti portatori di un interesse di qualsiasi natura (economico, politico, ideologico) nei confronti della realizzazione del progetto; in pratica tutti coloro che hanno parte in causa con la fruizione del luogo e con le attività che in esso si svolgono. La progettazione dei nuovi edifici e il recupero di parte degli esistenti dovrà volgersi il più possibile verso la sostenibilità ambientale grazie a soluzioni che mirino all’efficienza e al risparmio energetico, all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, alla riduzione delle emissioni inquinanti, all’utilizzo di tecniche e materiali costruttivi a ridotto impatto ambientale. Dovrà essere posta estrema attenzione alla compatibilità paesaggistica dei nuovi profili urbani. Gli edifici dovranno essere connotati da elementi di forte qualità architettonica e da un linguaggio formale che sappia confrontarsi con le preesistenze storiche.
Un doveroso sguardo al futuro senza però dimenticare il passato attraverso, la dove è possibile, la conservazione della memoria storica. (esempio Ambito riqualifica ex stabilimento Pagnoni)
Questa riflessione urbanistico/sociale non può non avere un breve sconfinamento che riguarda i rapporti con il sistema delle relazioni e dei servizi. In questo è necessario verificare che vi sia un sostanziale rapporto tra gli ambiti di trasformazione e la politica comunale dei servizi.               E qui si interagisce con il piano dei servizi.
Un rapporto che non dovrà avere tra le caratterische più importanti quella prettamente numerica bensì quella maggiormente qualitativa, legata all’accessibilità dei servizi, alla loro concreta fruibilità.
Vado a chiudere con due riflessione in chiave politico sociale pura, da membro della commissione servizi alla persona.
E in relazione a quanto stiamo discutendo mi interrogo e interrogo questa amministrazione sulla necessaria opportunità di pensare alla realizzazione di alcuni obiettivi sociali che vanno dalla creazione di una residenzialità comunale per anziani ad una residenzialità attiva per soggetti disabili adulti sfruttando i Progetti Integrati di Intervento.
Rispetto agli ambiti di intervento cosidetti di periferia (termine questo che vorrei sparisse dal vocabolario cittadino) per i quali, se non ricordo male, tutte le proposte di riqualifica mirano all'espansione del quartiere verso l'esterno, quasi ad accompagnarne l'estensione verso la circonvallazione, vorrei veramente che si facesse una riflessione sulla necessità di riconnettere queste aree al centro. Oggi le connessioni viarie verso il centro sono identificate da un sottopasso, un cavalcavia vecchio e obsoleto e due passaggi a livello dei quali uno è drammaticamente chiuso. Auspico si possa andare in controtendenza e che si pensi alle diverse riqualifiche come ad una estensione del centro inteso come il complesso dei luoghi e delle costruzioni che maggiormente connotano l’identità del tessuto urbano cercando, attraverso percorsi che non dovranno avere solo un valore strettamente funzionale, di riattivare il tessuto di relazioni umane che sono il motore per lo sviluppo di una comunità.




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