mercoledì 5 giugno 2013

Contratto Cantalupo 3 ( le periferie)


Come ho più volte sottolineato, rispetto al progetto nel suo insieme, non entrerò nel merito della questione dal punto di vista tecnico ma proverò a fare una riflessione sulle diverse declinazioni, che hanno trovato spazio nel dibattito e che ne hanno accompagnato l'iter fino ad oggi.
E lo faccio tentando una riflessione sul significato, più volte espresso in quest'aula, di periferia con tutte le accezzioni che ne hanno fatto da sfondo.

In uno dei miei recenti interventi ho già avuto modo di esprimermi sulla necessita di rivedere la definizione di periferia, almeno nella sua declinazione di spazio urbano e sociale particolare, per provare ad intenderla come una parte non ancora finita della città, quella città che come amministratori abbiamo pensato e costruito in questi anni. Una città dalla quale cogliere non solo gli aspetti negativi, più e più volte richiamati sopratutto in relazione al quartiere di Cederna, ma anche i molti aspetti positivi che ne costituiscono il senso profondo, che è poi l'essenza della sua funzione. Funzione ben descritta da Aristotele quando dice che gli uomini hanno fondato la città per vivere meglio insieme.
Dico questo perchè in quest'aula è esploso forte il concetto di periferia nella sua accezzione di indicatore spaziale di un disagio fatto di distanza dal centro, carenza di servizi e infrastrutture, ritardo nell’integrazione, tensione sociale, senso di emarginazione. Un luogo, insomma, dal quale fuggire appena possibile. Ci tengo a ribadire che in questo nuovo/vecchio contratto di quartiere ci sono molte delle risposte a questi disagi.
Detto questo ritengo anche legittima l'osservazione, di alcuni dei colleghi, su come poter continuare a lavorare sull'housing sociale e su come dare risposte a nuove richieste di spazi abitativi, cercando al tempo stesso di rideclinare il concetto di città modificando di conseguenza quello di periferia, per non andare ad aggravare la situazione già esistente in termini di consumo suolo e agglomerato urbano.
In questo contesto, il nostro sindaco con la delega alle politiche abitative, data all'Assessorato ai servizi alla persona, ha dimostrato di tenere in grande considerazione la questione del welfare abitativo. Una segnale forte di cambio di passo della nuova giunta. Oggi, risolvere la questione della casa, non è però facile. Trovati i fondi, che non ci sono oppure sono pochissimi, l’amministratore non ha in se molte opzioni; o continua a ‘costruire la periferia’, proponendo la realizzazione di programmi di edilizia assistita in aree sempre più suburbane o comincia a pensare di poter ‘lavorare nell’esistente’ con politiche diversificate come; finanziare affitti controllati nell’edilizia commerciale urbana, collegarsi ai programmi di microcredito, operare nel campo del restauro e del riuso cercando ove possibile occasioni per la densificazione dei tessuti urbani. E qui mi è doveroso fare un collegamento ai 21 ambiti di riqualifica (Piani integrati di intervento) presentati dall'Ass. Colombo, la dove è spressa chiaramente la volonta di intervenire anche con progetti di edilizia residenziale convenzionata. Questo significa contaminare la città con il concetto di periferia ricercandolo nei mille luoghi, e nelle mille forme e possibilità che si presentano. Parimenti alla condivisione di questo progetto è necessario quindi sostenere la realizzazione di opere che allarghino i confini dell'area che oggi viene definita centro, attraverso la riqualifica o progettazione di collegamenti rivolti verso il centro stesso. (cavalcavia, passaggi a livello, sottopassi, collegamenti ciclopedonali) In questo periodo abbiamo concentrato gli sforzi sul ricollegamento del quartiere S.Fruttuoso alla città, avviato una progettazione per migliorare e mettere in sicurezza i collegamenti con S.Albino, per non dimenticarci poi di S.Rocco che da tempo chiede l'apertura del collegamento Gentile-Borgazzi. Dobbiamo sforzarci nel pensare a ridisegnare virtualmente i confini della città, rinunciando alla periferia come modello di città a favore della città come modello di periferia e di società.



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