Le
elezioni consegnano simbolicamente la città nelle mani di una nuova
amministrazione, alla quale spetta il compito di amministrarne il
patrimonio umano, economico, sociale, artistico e culturale. Per
questo, chi amministra, riceve uno stipendio. Amministrare bene
quindi è un atto dovuto nei confronti dei cittadini che pagando le
tasse generano lo stipendio degli amministratori Al termine del
mandato la città verrà restituita ai suoi cittadini.
Fare
politica è un’altra cosa, i servizi, i marciapiedi, le strade, i
giardini, ecc ecc sono atti dovutiIl loro utilizzo e la loro ragione culturale è il fare della politica. E come se vi fossero due piani di azione, diversi ma assolutamente dipendenti uno dall'altro.
La politica nasce come arte della convivenza e attività fra esseri umani, per garantire l’affermazione dei diritti attraverso la conoscenza del territorio. Come strumento di relazione interpersonale e come disposizione ad agire per ripristinarla ogni volta che la violenza e l’intolleranza l’abbiano rotta.
La politica deve impegnarsi soprattutto nell’opera di restituzione dei cittadini alla città.
Ridare i cittadini alla città significa garantire a tutte le persone, la possibilità di vivere e godere pienamente dei beni e dei servizi creati poiché il riconoscimento alla vita sociale come un diritto per tutti, esalta il significato di appartenenza e di partecipazione attiva e democratica alla vita della comunità.
La macchina amministrativa poggia le sue fondamenta sul bilancio economico
Anche la politica ha il suo bilancio ma, in questo caso, parliamo di bilancio sociale.
Tre sono le parole chiave che fanno da cornice al bilancio sociale e che formano gli ingredienti della nostra visione di città futura e sono Aperta, Accessibile, Integrata.
Ecco che allora il bilancio sociale fatto di molti significati, strumenti e dati, dove una diversa concezione della comunità porterà a considerare i cittadini non come degli interessi ma soprattutto come delle persone, pone finalmente l’uomo al centro dell’attenzione rispetto al territorio. A tutti noi, nel tempo, è data la possibilità di valutarne gli effetti, in termini di ricaduta sulla città e di miglioramento della qualità della vita.
Se fossimo in una conferenza tra architetti a questo punto potremmo sentir parlare di Progettazione Universale.
Progettare o riqualificare la città con tutti i suoi servizi a misura degli anziani, dei disabili e dei bambini significa renderle fruibili a tutti in applicazione del concetto fondamentale di progettazione universale che considera a priori tutte le categorie d’utilizzatori.
Ecco che allora prende forma la nostra città del futuro. La città Universale
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